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“Non parliamo più di incidenti stradali, ma di violenze stradali! Il caso e la fatalità non esistono, gli incidenti sono causati all’80 per cento dal comportamento delle persone e al 20 per cento da carenze infrastrutturali. Basta parlare di incidenti. Nel 2009 la strada ha fatto 18 volte il numero delle vittime del terremoto d’Abruzzo, più di tutti i decessi dei soldati americani in Iraq. E nel nostro Paese oltre ai morti ci sono ogni anni 20mila paraplegici per i sinistri stradali”. Con queste parole il presidente di Fondazione Ania, Sandro Salvati, ha scosso e forse un po’ scioccato l’affollata platea – con tanti giovani e giovanissimi – del convegno organizzato al Meeting di Rimini “Viaggiare sicuri: La vita è una cosa meravigliosa”. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Altero Matteoli si è rivolto invece alle famiglie. “Il nuovo Codice è repressivo, ma è difficile educare i comportamenti dei giovani. Nel 2010 è vero che sono calati i morti sulle strade, ma sono cresciuti quelli delle fasce dai 15 al 29 anni”, ha detto il ministro. Famiglie in prima fila per la sicurezza stradale, quindi, per non avere più famiglie che si devono riunire in associazioni di vittime della strada per aver perso un figlio o un congiunto. E Matteoli in chiusura del convengo ha spiegato come l’inasprimento della pena per chi trucca e guida le cosiddette “macchinine” sia dovuta anche all’appello di un caro amico politico della prima Repubblica, che ha perso di recente un figlio proprio a causa di un incidente sulle minicar. Presenti al convegno, moderato dall’ex direttore di Quattroruore, Mauro Tedeschini, anche gli Zero Assoluto, testimonial di una campagna sulla sicurezza stradale di Ania, il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino e il vescovo di San Marino Montefeltro, Luigi Negri, che nel suo intervento per richiamare la crisi educativa dei giovani ha richiamato passaggi di San Tommaso d’Aquino e di Papa Benedetto XVI.