Lo studio in questione è stato elaborato da T.T.S. Italia, associazione Nazionale per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza, e presentato a Roma lo scorso 15 giugno nell’ambito del workshop “L’impatto degli ITS per la riduzione di CO2”. Coordinato dal professor Vito Mauro, è stato prodotto da un gruppo di lavoro che ha coinvolto aziende, enti di ricerca, pubbliche amministrazioni nazionali e locali. Tra questi, Ministero dell’Ambiente, Ministero dei Trasporti, Atac, Mizar, soci fondatori di TTS Italia, Enea, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, OctoTelematics, e Thetis, soci ordinari di TTS Italia.
L’indagine rivela, per esempio, che la sola adozione di un navigatore satellitare, anche di un modello non eccessivamente avanzato, in grado solo di fornire il percorso più breve e non informazioni sul traffico nell’area in tempo reale, riduce i consumi del 12 per cento. E in un Paese come l’Italia che presenta una elevata densità di traffico interno, pari a circa 975.455 milioni di passeggeri-km/anno, di cui il 92,24 per cento sceglie la strada, con una produzione di 64 milioni di tonnellate/anno di Co2, anche un benché minimo 1 per cento di abbattimento è comunque un fatto positivo.
“C’è però bisogno dell’aiuto di tutti e, in particolare del supporto delle istituzioni e degli enti locali”, ha dichiarato il presidente di T.T.S. Italia Gioacchino Gabbuti, ed Ennio Cascetta, dell’Università di Napoli, ateneo impegnato nella collaborazione con l’associazione, ha proposto una maggiore sinergia tra gli attori coinvolti per promuovere sempre di più i sistemi intelligenti di trasporto, e per una vera politica nazionale dedicata alla mobilità sostenibile.