Strada Facendo

Uggé: «Sulla sicurezza alla guida
i sindacati sono fuori strada»

“Le organizzazioni sindacali del trasporto hanno perso una buona occasione per stare zitte”. Con queste parole Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto, commenta la presa di posizione dei sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Ultrasporti, intervenute in merito alla discussione sugli emendamenti di modifica al Codice della strada approvati dalla Commissione lavori pubblici del Senato. “Si punta all’immagine, ma nel merito si fa altro”, avevano dichiarato in una nota congiunta le sigle sindacali. “Le modifiche proposte dal governo inaspriscono eccessivamente i provvedimenti per chi beve, fino al ricorso al licenziamento per chi ha assunto una quantità di alcol equivalente a una birra ma, allo stesso tempo, si autorizzano le imprese di trasporto a far lavorare molte ore in più la settimana gli autisti, aggirando significativamente le sanzioni. Il risultato”, hanno sottolineato sempre i rappresentanti di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, “sarà che sulle strade e autostrade circoleranno centinaia di migliaia di camion con personale stanco e non in condizioni di garantire la sicurezza sulla circolazione”. Secca la replica di Paolo Uggè: “Anzichè tutelare i lavoratori seri”, spiega il presidente di Fai Conftrasporto, “i rappresentanti sindacali arrivano a contestare nome sacrosante che vanno in direzione della sicurezza dei cittadini e che colpiscono coloro che non si comportano da professionisti mettendosi alla guida in stato di ebbrezza. Le organizzazioni dei lavoratori tacciono invece sul fatto che il governo tentenni sull’introduzione di norme sulla corresponsabilità che coinvolga tutti i soggetti della filiera del trasporto quando si violano le normative sulla sicurezza sociale e della circolazione. Fingere di non sapere che le sanzioni per il superamento dei tempi di guida a carico delle imprese esistono e sono pesanti è stupefacente, ma  tacere sul fatto che ai lavoratori autonomi non si applichino le norme sull’orario di lavoro è ancora più grave”.

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