“Un sistema portuale maturo (e non provinciale) tra Monfalcone, Trieste (nella foto il porto), Capodistria, costituito da terminali in concorrenza fra loro, ma ben coordinati e regolati”, aveva spiegato Palenzona, “esprimerebbe una potenzialità straordinaria rafforzando il ruolo del mediterraneo italiano”.
Un discorso, quello dello sviluppo dei porti e la proposta di Unicredit per un mega-terminale dell’alto Adriatico, ripreso nell’edizione del 16 febbraio di “Italia Oggi” in un articolo firmato da Oscar Medusa. Un piano basato sui grandi numeri: intercettando i mercati della cosiddetta Nuova Europa, oltre a Baviera, Austria, Nord-Est italiano. La proposta prevede due grandi terminal container a Trieste e Monfalcone in grado di gestire sino a 5 milioni di Teu all’anno. “Gli investimenti sono pari a un miliardo”, scrive il quotidiano economico Italia Oggi. “A sostenere l’iniziativa, oltre a Unicredit, un pool di big del settore: Gavio, Albertis, Benetton, forse il gruppo Msc”. “Abbiamo un unico obiettivo: sostenere progetti strategici a beneficio del Paese, finanziando interventi infrastrutturali in piena coerenza con le logiche creditizie e di business che ci caratterizzano in quanto istituto bancario”, spiega su Italia Oggi Piergiorgio Peluso, amministratore delegato di Unicredit Corporate Banking. “Il Mediterraneo sta rafforzando il proprio ruolo nel commercio internazionale dei traffici, i porti del sud della Spagna e del Nord Africa si sono dotati di infrastrutture adeguate”. Un progetto, quello di Unicredit che sembra spaventare però le autorità portuali. “Il nostro gruppo”, assicura Peluso, “è pronto a sostenere le autorità portuali in un’ottica di collaborazione”.
Il sogno di banche e privati, secondo Italia Oggi, sarebbe però un super commissario con competenze su porti, corridoi e piattaforme logistiche.