Lo evidenzia una ricerca Eurisko illustrata a Roma in occasione della presentazione dei risultati raggiunti da “Stasera guido io”, la campagna di sensibilizzazione sui rischi della guida associata al consumo di alcol realizzata dall’Automobile Club d’Italia, dalla Fondazione Ania per la sicurezza stradale e da Diageo.
L’iniziativa, che per le sue finalità sociali ha ottenuto il patrocinio del ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, punta sulla coscienza degli automobilisti stimolando soprattutto i ragazzi ad adottare scelte consapevoli e comportamenti virtuosi. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani. Secondo i dati Aci-Istat, nel 2007, 1.752 giovani tra i 18 e 34 anni di età hanno perso la vita sulle strade, e 621 persone sono morte tra le 22 e le 6 del mattino dei weekend. Tra le cause figura anche la guida in stato d’ebbrezza. Un recente studio Cnesps-Iss evidenzia tra l’altro che oltre il 10 per cento dei conducenti si mette al volante dopo aver bevuto almeno due bicchieri di vino o due lattine di birra, una quantità di alcol sufficiente per abbassare la soglia d’attenzione alla guida. Comportamenti sbagliati, che in molti altri Paesi vengono contrastati attraverso l’utilizzo del guidatore designato, ancora poco diffuso in Italia. Proprio per questo è nata l’iniziativa “Stasera guido io”, che ha coinvolto nel 2009 oltre 160mila persone in sei regioni e nove province. L’iniziativa ha anche premiato con 50 corsi di guida sicura, svolti nel Centro Aci-Sara di Vallelunga, i ragazzi che hanno saputo rispondere a un quiz sul Codice della strada dopo essersi cimentati al simulatore di guida.
La campagna è stata affiancata a un sondaggio, realizzato dall’Istituto Eurisko, che ha permesso di misurare il successo di “Stasera guido io” e di capire cosa pensano i giovani, scelti tra un campione di “guidatori designati” che hanno partecipato all’iniziativa: innanzitutto, la percentuale di consensi sulla figura del guidatore designato è aumentata dell’11 per cento in un anno (era al 73 per cento nel 2008) e poi in molti (il 67 per cento) hanno chiesto l’intensificazione dei controlli da parte delle Forze dell’ordine sulle strade e fuori dai locali. Il 58 per cento degli intervistati ritiene inoltre giusto (34 per cento) o addirittura troppo alto (24 per cento) il tasso alcolemico consentito dalla legge, dimostrandosi spesso favorevole al cosiddetto alcol zero per chi guida.
“La riduzione del numero di sanzioni comminate dalla Polizia Stradale del 3 per cento nel 2008 e dell’8 per cento dall’inizio dell’anno malgrado l’aumento dei controlli”, ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, “dimostra la crescente consapevolezza degli automobilisti verso i rischi derivanti dall’alcol. L’obiettivo verso giovani e meno giovani deve essere quindi l’affermazione del principio secondo cui chi guida non beve. Serve il massimo impegno sul fronte educativo: dobbiamo assicurare percorsi formativi continui e di qualità, che promuovano comportamenti virtuosi imperniati su principi di civile convivenza e di educazione alla legalità”.
“Chi guida in maniera irresponsabile può uccidere ciascuno di noi, quindi bisogna farlo smettere”, ha affermato Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale. “Mettersi al volante in stato psicofisico alterato significa trasformare scientemente l’auto in un’arma impropria, con l’altissima probabilità di provocare delle vittime. Credo che anche i giovani comincino a rendersi conto di quanto sia stupido e criminale condurre qualsiasi tipo di veicolo in quelle condizioni e i risultati del sondaggio realizzato nel corso di questa campagna ne sono una concreta testimonianza. Per fermare l’emorragia di vittime causate dalle stragi del sabato sera è necessario applicare un unico principio chi guida non beve e chi beve non guida. Pertanto, massima libertà nei confronti di chi vuole consumare alcolici, a patto che non ci si metta mai al volante dopo aver bevuto”.
“Le interviste condotte durante la campagna”, spiega Sandro Sartor, amministratore delegato di Diageo Italia, “mostrano che i giovani non sono così irresponsabili come spesso vengono dipinti, e che anzi emerge una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza di assumere comportamenti responsabili in tema di alcol e guida. Nei tre anni di campagna, abbiamo promosso la formazione della cultura del guidatore designato invitando decine di migliaia di ragazzi a non bere e guidare, e siamo orgogliosi di aver portato un contributo tangibile a mitigare il problema dell’incidentalità stradale legata alla guida in stato di ebbrezza nel nostro Paese”.
“In Italia gli incidenti stradali”, aggiunge il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, “rappresentano la prima causa di morte tra i giovani. Un fenomeno che non può lasciare indifferente chiunque abbia a cuore il futuro stesso della nazione. Ed è per questo che il Ministero della Gioventù ha messo in campo quante più risorse possibile per affrontare questo problema: un bando dedicato alle iniziative per la sicurezza stradale sul territorio; un’azione di sistema contro le stragi del sabato sera, denominata Naso Rosso e affidata all’Istituto Superiore di Sanità; un corto, Autovelox, destinato alle sale cinematografiche. Personalmente sono convinta che la repressione da sola non sia sufficiente a prevenire gli incidenti stradali. Credo che servano anche informazione e prevenzione e che sia determinante la collaborazione di tutti. Ringrazio perciò tutti coloro che combattono con passione, ogni giorno, per diminuire i numeri della strage. Ed è per questo che sono con convinzione al fianco del progetto Stasera Guido Io, promosso da Diageo, Fondazione Ania e Aci. A queste istituzioni ci unisce il comune impegno in azioni di prevenzione e informazione a 360 gradi, per combattere il fenomeno dell’abuso di alcol e dell’uso di sostanze stupefacenti, che tante vittime miete sulle strade italiane, e per incoraggiare la guida sicura”.