Strada Facendo

Svolta elettrica: ora anche i costruttori di auto chiedono all’Europa di cambiare strada

Nella vita può capitare di sbagliare strada: l’importante è accorgersene il prima possibile per evitare che quello sbaglio finisca con il costare particolarmente caro. Magari seguendo le indicazioni di chi “sa” e può aiutar a ritrovare la “retta via”. Concetto semplicissimo che, fino a oggi, non sembra però aver compreso chi “guida” l’Euuropa, nel caso specifico sulla strada della transizione ecologica, ostinandosi a vedere nella sola “svolta elettrica” l’unica via da seguire, la soluzione di ogni problema. Senza vedere, per esempio, che “tali politiche finiscono per favorire le vetture ‘più complesse, pesanti e costose, penalizzando invece quelle più piccole che costituiscono la polpa del mercato”, come denuncia un comunicato diffuso dai responsabili di Federauto all’indomani di un avvenimento particolarmente importante: l’intervista rilasciata da John Elkann e Luca De Meo, dirigenti di Stellantis e Renault , sulle politiche europee per la transizione ecologica. “Un’intervista che segna un clamoroso cambiamento di rotta nella posizione dei costruttori di autoveicoli nella lunga e tormentata vicenda della decarbonizzazione dei trasporti imposta per legge”, come ha commentato il presidente di Federauto Massimo Artusi, sottolineando come “il fatto che due tra i massimi esponenti di due case costruttrici che rappresentano insieme il 30 per cento del mercato chiedano all’Europa una fulminea revisione di rotta in nome della neutralità tecnologica e del rispetto della domanda rompa un fronte che finora, sia pure con frequenti mugugni e crescenti perplessità, si era di fatto allineato alle utopiche scelte di una Commissione soggiogata dalle lobby dell’elettrico, fornendo a queste scelte un puntello determinante. Oggi, invece”, ha affermato sempre Massimo Artusi, “possiamo dire che una parte importante – per numeri e per tipo di veicoli – dell’industria europea dell’automotive ha chiesto di modificare le politiche europee. Poco importa, in questo momento, che si tratti di concetti che Federauto ha sostenuto e ribadito con ferma convinzione in tutti questi anni: quel che conta è che anche i costruttori hanno cominciato ad accorgersi che il re è nudo”.

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