Chi produce e vende merci e chi le trasporta lavorano insieme ogni giorno: una collaborazione strettissima che farebbe pensare a un dialogo fra le “parti” per affrontare e risolvere insieme i problemi. Invece non è così, come testimoniano le segnalazioni per le lunghissime attese sui piazzali da tempo fatte dal mondo dell’autotrasporto ma quasi mai ascoltate dalla committenza. Una situazione che ha ricadute pesantissime su chi trasporta, con le ore trascorse fermi senza poter far nulla (magari solo perché il camion, bloccato nel traffico, è arrivato pochi minuti dopo l’orario della pausa pranzo…..) che fanno saltare ogni possibile pianificazione, che fanno “sforare” oltre il limite delle ore di guida permesse per legge con il rischio di pesantissime multe. Una situazione sulla quale ha deciso di richiamare l’attenzione Sabrina Boschetti, titolare con il marito e i figli della società di trasporti Cs di Verona oltre che consigliera della Fai, Federazione autotrasportatori italiani, scaligera, pronta ad affermare che, “con una burocrazia che già sta soffocando le aziende, la committenza non aiuta certo le imprese con le attese estenuanti sui piazzali”. Affermazione fatta, perché non finisse presto nel dimenticatoio, davanti a una telecamera di chi ha realizzato il video commissionato dalla fai veronese in occasione dei proprio 30 anni di vita associativa, non solo per celebrare l’evento ma soprattutto per trasformarlo in un momento di analisi della situazione, dei problemi del settore, delle possibili soluzioni. Un video diventato un “messaggio” chiaro e forte per il mondo politico oltre che per la committenza alla quale si è rivolta Sabrina Boschetti sottolineando anche lunghe e spesso ingiustificate attese per i conducenti, trattati davvero come se fossero “l’ultima ruota del carro” nella filiera che ogni giorno assicura al paese di lavorare, di fare la spesa, di curarsi, possano contribuire a far “fuggire” i giovani dalle cabine di guida dei camion. “Il nostro è un lavoro che è sempre stato poco considerato: solo durante la pandemia da Covid i trasportatori sono stati considerati eroi per non fermare un Paese già bloccato a casa. Ora dobbiamo rendere questo lavoro appetibile per le nuove generazioni altrimenti fra qualche anno le merci resteranno ferme sui piazzali”. E perfino un bambino comprenderebbe che le attese di ore sui piazzali non possono certo contribuire a rendere questa professione appetibile.