Strada Facendo

Manifesto per l’autotrasporto e la logistica: il primo a sottoscriverlo è stato il ministro Salvini

Il primo a porre la propria firma sul documento è stato il ministro alle Infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini e ora l’augurio degli autori del “manifesto per l’Europa” e che molti altri esponenti del mondo politico seguano il suo esempio. Sottoscrivendo il documento con il quale Fai Conftrasporto ha deciso di ribadire la centralità dei trasporti e della logistica nell’economia italiana ed europea e soprattutto di indicare le vie da seguire perché questi due settori cardini per l’economia e la vita sociale di ogni giorno possano funzionare al meglio: attraverso interventi non più rinviabili in materia di persone, competitività, sicurezza e ambiente, come ha sottolineato Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto che ha presentato il manifesto al Salone Transpotec alla Fiera di Milano. Un documento che a partire dai prossimi giorni sarà consegnato ai leader di tutti gli schieramenti politici in vista delle prossime elezioni dell’8 e 9 giugno che per ognuna della quattro aree d’intervento riassume problemi e propone soluzioni. Ecco il testo del manifesto.

Persone

Al centro, la carenza di autisti (in Italia ne mancano oltre 20mila), alla luce della quale è necessario aggiornare la legislazione europea sulla formazione professionale, considerando le evoluzioni tecnico-digitali dei mezzi, e riconoscere i titoli di abilitazione rilasciati dai Paesi Extra-UE. Contro lo sfruttamento e il dumping sociale è invece indispensabile vigilare sui corretti livelli di tutela e retribuzione.

Competitività

Fai-Conftrasporto auspica l’istituzione di una cabina di regia europea per la pianificazione, la progettazione, la realizzazione e il monitoraggio delle infrastrutture strategiche. Il sistema intermodale, cruciale per la competitività, deve  poter contare su disponibilità di infrastrutture e servizi di trasporto reali.  Fondamentale anche la permeabilità dell’arco alpino: serve coordinare i lavori di manutenzione e rimuovere le limitazioni al Brennero. Per lo sviluppo dei traffici nazionali ed europei, va riconosciuto il ruolo strategico della dimensione euro-mediterranea, con l’attuazione completa  della rete Ten. Per rendere più fluidi gli scambi, sono centrali la digitalizzazione e lo sviluppo di software per ottimizzare tratte e carichi, a patto che i processi siano omogenei per l’interoperabilità dei sistemi.

Sicurezza

Fai chiede più investimenti in aree di sosta confortevoli, attrezzate e sicure su tutto il territorio, e di implementare gli strumenti per il rispetto delle norme sui tempi di guida e sul cabotaggio; auspica il superamento dell’interpretazione restrittiva del principio DNSH, in base al quale le risorse del PNRR non possono essere utilizzate per finanziare opere che arrechino danno all’ambiente. Interpretazione che ha finito con l’escludere l’ammodernamento delle infrastrutture dalle priorità di intervento, a scapito della sicurezza.

Ambiente

La sostenibilità ambientale deve coniugarsi con quella economica e sociale. Bisogna superare l’ideologia del ‘tutto elettrico’ (in Italia il 63 per cento dell’energia elettrica utilizzata è attualmente prodotta attraverso fonti fossili). Il traguardo europeo del 2050 è ambizioso e condiviso da Fai, ma le norme previste sono poco coerenti con la concreta disponibilità di tecnologie e veicoli green, e comportano costi e obblighi insostenibili per le imprese. Fai chiede quindi l’istituzione di aiuti di Stato per rinnovare le flotte, che considerino tutte le soluzioni tecnologiche, anche quelle legate ai biocarburanti.

“La centralità di questo settore è emersa nell’emergenza Covid, con il ruolo fondamentale delle spedizioni, o ancora con le guerre in Ucraina e nella striscia di Gaza, con la situazione nel Mar Rosso”, ha commentato Paolo Uggè che non ha dimenticato di riaccendere una volta di più i riflettori sul problema, gravissimo, rdei “vincoli imposti all’interno dell’Unione europea nei transiti delle merci, dal Bianco al Frejus, al Brennero, con le criticità e le perdite in termini economici per il rallentamento dei mezzi dovuto ai divieti austriaci o a lavori in corso. È tempo di ristabilire il principio della libera circolazione delle merci, di assicurare la completa infrastrutturazione della rete TEen, anche con riferimento al corridoio Scandivano, e sviluppare con incentivi mirati l’intermodalità strada-mare e strada-ferro, di proseguire spediti sulle grandi opere, a cominciare dal ponte sullo Stretto di Messina”.

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