Strada Facendo

Fare il camionista è un lavoro disprezzato? Ecco perché in futuro potrebbe esserlo ancora di più

Quella dell’autotrasportatore è una professione svilita e fortemente penalizzata? In futuro lo sarà ancora di più. A fare la previsione, tanto negativa quanto realistica, è Cinzia Franchini,  presidentessa dell’associazione di categoria  Ruote Libere, commentando  lo studio “Bus and truck drivers from third countries” che la Commissione europea ha affidato all’Unione internazionale dei trasporti su strada con lo scopo di esaminare la situazione giuridica dei diversi Stati membri Ue e di 20 Paesi fuori dall’Unione per  consentire ai conducenti di tali Paesi terzi di lavorare per aziende europee e, quindi, italiane.”Spalancando ulteriormente le porte a manodopera a basso costo e allo svilimento di una categoria già fortemente penalizzata” come ha appunto denunciato Cinzia Franchini scegliendo, non a caso, la data del primo maggio, festa dei lavoratori, per diffondere la propria presa di posizione in un comunicato in cui si sottolinea come “al di là della retorica sulla qualità, la sicurezza e la dignità del lavoro è un altro primo maggio che suona come una beffa per gli autotrasportatori italiani. Di fronte alla famosa carenza di autisti  assistiamo infatti a un nuovo tentativo di dequalificare la professione di autotrasportatore e tutto sotto la bandiera dell’Europa”,  prosegue la presidentessa di Ruote Libere, pronta a rincarare la dose: “Celebrare il primo maggio significa riempire questa festa di contenuti e mettere da parte gli slogan vuoti.  Se è vero che in Italia mancano autisti, allora è la volta buona di dare la possibilità ai giovani di affacciarsi a questa professione con un giusto stipendio e con condizioni di lavoro adeguate. Invece si cercano scorciatoie e si insegue solo la logica del prezzo più basso.  La verità è che il ritornello della carenza di autisti nasconde l’intenzione di fare in modo che soggetti provenienti da Paesi extra Ue vengano utilizzati a prezzi stracciati, falsando ulteriormente il mercato  e costringendo le aziende che danno lavoro ad autisti qualificati a fare i conti con una concorrenza insormontabile. In questo modo non solo si penalizzano le aziende, ma si offre il fianco alle realtà criminali, a partire dai grandi gruppi mafiosi, che usano l’autotrasporto per fini lontani dalle logiche di mercato. Perché se mancano autisti la legge di mercato vorrebbe che i costi dei trasporti aumentino, invece così non è. Una retorica falsa che fa il paio con quella, ormai tristemente nota, dei  costi minimi di sicurezza. Le tabelle pubblicate periodicamente dal ministero dei Trasporti sono una presa in giro che nessuno rispetta,  una foglia di fico dietro la quale si nascondono, ad esempio, aste periodiche per assegnare le spedizioni (i famosi Tender)  che portano a realizzare viaggi a prezzi ridicoli”. Nel silenzio imbarazzante dell’Albo e delle associazioni di rappresentanza che ne fanno parte. – chiude Franchini. 

Exit mobile version