“Siamo ancora in attesa di un provvedimento urgente del Governo che impedisca il trasporto eccezionale a quei carichi di merce che eccezionali non sono, e che però viaggiano con 108 tonnellate di peso sui ponti delle nostre reti stradali. Vogliamo aspettare il prossimo crollo?” A scriverlo, nell’agosto 2018, era stato Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio e alla guida di Fai-Conftrasporto, la federazione nazionale degli autotrasportatori, rilanciando l’allarme “sui maxi tir che rischiano di sfondare i ponti” che lui stesso aveva già fatto suonare altissmo all’indomani della tragedia del cavalcavia Morandi a Genova, e che, ancora, aveva lanciato due anni prima dopo la tragedia del ponte di Annone Brianza, nel lecchese, dove la struttura si era sbriciolata proprio durante il passaggio di un maxi tir, regolarmente autorizzato a transitare da lì. Due delle tante denunce fatte dal presidente di Fai Conftrasporto, come quella, per esempio, del dicembre 2019 quando Paolo Uggé era tornato a puntare “ l’indice accusatore contro chi non interviene a modificare la norma sui mezzi eccezionali con un peso di 108 tonnellate che transitano sulle nostre strade” in seguito alla notizia che alcune lastre del fondo stradale di un sovrappasso sulla ‘E45 che attraversa Cesena si erano staccate. “Senza conseguenze probabilmente solo perché in quel momento il tratto di strada era deserto”, come aveva affermato Paolo Uggé chiedendo a gran voce di intervenire al più presto, “perché aggiustare i cavalcavia e poi consentire che sopra ci passino maxi tir da 108 tonnellate è un controsenso, perché con quei sovraccarichi il rischio è che le strutture si danneggino di nuovo”, come aveva tuonato dal palco di un’assemblea della Fai a Brescia. Sono passati sei anni dalla tragedia di Annone e quattro da quella di Genova e cosa è stato fatto per fermare i maxi tir che, trasportando mega carichi nonostante di “eccezionale” non abbiano nulla, grazie al silenzio della politica e della magistratura e infischiandosene del buon senso e della vita delle persone, rischiano di indebolire strutture costruite decenni fa e spessissimo per sopportare flussi di traffico e carichi completamente differenti? Nulla. Così come nulla sembra intenzionato a fare il nuovo Governo visto che con il decreto Milleproroghe ha prorogato fino al 31 dicembre 2023 “ la sospensione dell’efficacia delle linee guida sui trasporti in condizioni di eccezionalità che, sarebbero dovute scattate dal 1° gennaio di quest’anno”. Dunque per i prossimi 12 mesi le modifiche apportate all’articolo 10 del Codice della Strada in materia di trasporti eccezionali (con il tonnellaggio massimo permesso sceso da 108 a 86 tonnellate autorizzate e con interventii sul numero massimo di pezzi consentiti in ogni viaggio) resteranno carta straccia. Sperando che crolli come quelli di Annone o del Ponte Morandi non debbano ripetersi.