Informatica, nei porti e sulle navi sta creando un mare di opportunità ma anche di pericoli
Pietro Barachetti
Le tecnologie informatiche di gestione e di comunicazione di dati e informazioni, l’automazione sempre più avanzata sia dei sistemi di bordo sia delle operazioni di terra, rappresentano una medaglia a due facce: la prima, bella, è quella che mostra un vero e proprio mare di opportunità di crescita e di sviluppo al comparto del trasporto marittimo difficilmente immaginabili fino a qualche anno fa; la seconda, decisamente più brutta, è quella che evidenzia invece la crescente esposizione agli attacchi informatici che sono ormai all’ordine del giorno e sempre più sofisticati. Attacchi che non risparmiano nessuno e che vedono proprio il trasporto marittimo esposto talvolta più degli altri a queste minacce. E’ partendo da questa premessa che i responsabili di Assarmatori (associazione che riunisce numerose compagnie italiane di navigazione e alcune tra le principali compagnie estere attive in ogni settore del trasporto marittimo) hanno deciso di varare, in collaborazione con Fise Uniport (associazione delle imprese portuali) un webinar dal titolo “Cybersecurity nell’ambito marittimo-portuale”. Un appuntamento in rete che ha evidenziato innanzitutto la necessità, ribadita anche dall’International maritime organization, di “creare un ecosistema cyber resiliente”, come ha esordito Giacomo Speretta , vicepresidente senior e responsabile dell’area marketing, sviluppo aziendale e strategia di vendita di Leonardo Spa , azienda che opera nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza e di cui il maggiore azionista è il ministero dell’Economia, confermando che “la tutela dal rischio cibernetico è diventata cruciale anche per il settore marittimo” e che “in questo contesto il supporto da parte di aziende specializzate in sicurezza globale diventa imprescindibile per le società del settore che vogliono tutelarsi dai rischi cibernetici”. In altre parole, ha sintetizzato Giacomo Speretta con un felice gioco di parole, “non si può più navigare a vista”. Una necessità di far salpare al più presto sistemi di “cyberdifesa” ribadita anche da Giorgio Volta, in rappresentanza del dipartimento di Ingegneria navale, elettrica, elettronica e delle telecomunicazioni, Diten, dell’Università degli Studi di Genova. Che ha spiegato come “l’organizzazione di un porto sia è molto articolata e ricca di interazioni fra le società presenti nell’ambito portuale e molte infrastrutture critiche che nello stesso ambito portuale erogano i loro servizi” e come “se uno degli attori fosse vittima di un attacco informatico potrebbe causare un effetto domino non voluto, mettendo in crisi diverse strutture. Minacce da combattere con una buona strategia di Security Governance”. “Urge un innalzamento del livello di competenza, attenzione e consapevolezza”, ha aggiunto il suo collega, Rodolfo Zunino, “in questo senso appare imprescindibile una mission di formazione strutturata e multidisciplinare, capace di offrire un quadro organico di competenze non solo tecniche ma anche organizzative, di governance e comportamentali”. Una mission che appare imprescindibile anche vista dal “ponte di comando” di una storica compagnia di navigazione come Ignazio Messina & C. SpA, che nel 2022 celebra il suo primo secolo di vita, come ha confermato Orietta Campironi, responsabile dell’ufficio stampa: “La cybersecurity è sempre più un aspetto critico, essenziale per preservare la continuità e la sicurezza operativa, la sicurezza della nave, degli asset e delle persone. I nuovi scenari operativi, dettati anche dal periodo di emergenza pandemica, con l’utilizzo crescente del lavoro da remoto e di nuove modalità di collaborazione, richiedono di rimodellare l’approccio di difesa di postazioni di lavoro sempre più virtuali, nella consapevolezza che il cyber-crime rinnova continuamente tattiche, tecniche e procedure con l’intento di eludere le difese e muoversi senza ostacoli. La strategia e l’approccio alla sicurezza richiedono un livello di consapevolezza e di attenzione ancor più alto”.