Gli autotrasportatori che, nel nome della sostenibilità ambientale, hanno effettuato importanti investimenti per acquistare mezzi alimentati a gas non possono essere abbandonati a se stessi in balia di aumenti vertiginosi dei prezzi anche perché questo vorrebbe dire frenare o addirittura fermare il processo di sostituzione dei mezzi pesanti più inquinanti in circolazione su strade e autostrade con veicoli a ridotto impatto ambientale e questo andrebbe esattamente nella direzione opposta a percorso che l’Italia, così come gli altri paesi, deve compiere per raggiungere gli obiettivi di mobilità sostenibile e di transizione ecologica indispensabili per tutelare l’ambiente. È quanto afferma il parlamentare bergamasco Stefano Benigni, di Forza Italia, in un’interrogazione a risposta scritta inviata al ministro della Transizione ecologica e a quello delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile immediatamente dopo aver raccolto l’”Sos” sul “caso Gnl” lanciato da Giuseppe Cristinelli, presidente della fai, federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo, provincia che più di qualsiasi altra in Italia ha raccolto la sfida per difendere l’ambiente sostituendo centinaia di mezzi a gasolio con altrettanti a Gn. Ecco il testo dell’interrogazione. “Premesso che: l’Italia è stato il primo Paese europeo a credere nel gas naturale liquefatto come alternativa al gasolio per ridurre l’impatto ambientale dell’autotrasporto; sono molti i trasportatori che, negli ultimi anni, hanno sostenuto importanti investimenti per l’acquisto di mezzi alimentati a Gnl. I mezzi alimentati a Gnl hanno infatti un costo di acquisto di decine di migliaia di euro superiore rispetto ai veicoli a gasolio gli autotrasportatori che, nel nome della sostenibilità ambientale, hanno effettuato tali investimenti sono oggi particolarmente penalizzati dal notevole aumento del costo del carburante, che è passato nel giro di pochi mesi da 0,80 a 2,20 euro al litro; ciò, unitamente all’intenzione di ridurre le agevolazioni previste per l’acquisto di mezzi alimentati a GNL annunciata dal Ministro della Transizione Ecologica rischia di comportare un grave arresto al processo di sostituzione dei mezzi pesanti in circolazione con veicoli a ridotto impatto ambientale; un tale rischio si pone in evidente contraddizione con gli importanti obiettivi di Mobilità Sostenibile e di Transizione Ecologica che il nostro Paese si propone di raggiungere e che costituiscono una chiara priorità dell’azione di governo, come peraltro dimostra la nuova denominazione assunta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell’Ambiente, oggi “Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili” e “Ministero della Transizione Ecologica”; il perseguimento di tali obiettivi, nei citati settori, impone di pensare e predisporre un consistente sistema di sostegni ed incentivi alle imprese di trasporto che hanno investito ed intendono investire nell’acquisto di mezzi sostenibili; in particolare, si ravvisa l’opportunità, già segnalata dalle associazioni di categoria, di introdurre un consistente credito di imposta sull’acquisto di veicoli alimentati a GNL e del relativo carburante, a beneficio delle imprese; appare altresì necessario promuovere la sostenibilità d’esercizio ed incentivare il processo di efficientamento energetico nel settore merci attraverso l’introduzione di misure destinate a porre un freno all’incredibile aumento del costo del GNL; se i ministri interrogati non intendano sostenere il processo di rinnovo del parco mezzi pesanti circolante attraverso la sostituzione di veicoli alimentati a gasolio con meno inquinanti veicoli alimentati a Gnl, in particolare attraverso il riconoscimento di crediti di imposta a beneficio delle imprese che acquistino ed impieghino tali veicoli e l’introduzione di misure volte a porre un freno all’aumento del costo del carburante in questione, con l’obiettivo di perseguire utilmente gli obiettivi di transizione ecologica e di mobilità sostenibile che costituiscono una dichiarata priorità dell’azione di governo.