Strada Facendo

Green pass e tamponi, la diagnosi del mondo dell’autotrasporto non lascia troppe speranze

Non  nutrono (purtroppo) alcun dubbio sul fatto che l’entrata in vigore del Green Pass dal 15 ottobre potrà avere conseguenze pesanti, e in qualche caso pesantissime, sulle consegne regolari delle merci; non hanno (purtroppo) notizie di iniziative adottate sul proprio  territorio, se non quelle organizzate dalle associazioni stesse, per facilitare l’effettuazione di tamponi ai conducenti in trasferta di lavoro e che presumibilmente non possono facilmente raggiungere una farmacia (a conferma di una gestione non esente da lacune del problema); sono convinti che una deroga particolare per il settore dell’autotrasporto all’obbligo di presentare il Green pass o il tampone sarebbe la manovra più sensata (senza dimenticare di sottolineare che  le deroghe esistevano  “quando faceva comodo, in occasione del lock down”, quando i camionisti erano “eroi”. E, poi, raccontano di come diversi dipendenti, fra quelli che non hanno fatto il vaccino (dal 20 al 30 per cento dei conducenti) abbiano deciso o stiano decidendo di lasciare l’Italia; di come hanno reagito i lavoratori di fronte alla prospettiva di dover pagare il costo di un tampone ogni 48 ore…. A raccontare tutto questo sono i responsabili delle Fai territoriali, presidenti e segretari delle federazioni degli autotrasportatori italiani che hanno risposto all’invito di stradafacendio.tgcom24.it di rispondere a poche domande per fotografare la realtà di quello che sta accadendo in Italia alla vigilia dell’entrata in vigore del decreto sui controlli.  Una manovra che, afferma qualcuno, rischia di far accadere anche in Italia, nello spazio di pochi giorni, quanto successo in Gran Bretagna, con scaffali vuoti nei negozi, distributori “a secco”.  Ecco le domande e le relative risposte. 1 / Ritiene che l’entrata in vigore del Green Pass dal 15 ottobre sul suo territorio potrà avere conseguenze sulle consegne regolari delle merci? 2 / Ha a disposizione dati sulle percentuali degli autisti che lavorano per aziende del suo territorio e che non hanno fatto il vaccino? 3 / Ha a disposizione dati su eventuali conducenti stranieri non vaccinati che hanno deciso di lasciare l’Italia? 4 / E’ a conoscenza di iniziative adottate sul suo territorio per facilitare l’effettuazione di tamponi ai conducenti in trasferta di lavoro e che presumibilmente non possono facilmente raggiungere una farmacia? 5 / E’ d’accordo con la proposta avanzata da Ebitral / Fai Bergamo al Governo di istituire unità mobili lungo strade e autostrade per effettuare i tamponi? 6 / Come hanno reagito i dipendenti che, per varie ragioni, non si sono vaccinati all’idea di dover sostenere i costi del tampone?  7 / Ha suggerimenti da dare per fronteggiare la situazione di disagio che potrebbe verificarsi?  8 / C’è qualcos’altro che vorrebbe segnalare? 

FAI ALESSANDRIA

1 / Molto; 2 / Circa il 20 per cento; 3 / A oggi una decina di casi; 4 / No; 5 / Mi sembra un’ottima idea; 6 / Hanno chiesto e quasi sempre ottenuto che l’azienda si sobbarcasse il costo del tampone. Sono comunque numerosi i casi in cui il lavoratore rifiuta comunque di sottoporsi al tampone; 7 / Chiedere una deroga particolare per il nostro settore così come avvenuto, quando faceva comodo, in occasione del lock down; 8 /No, prima aspetto di vedere gli scaffali vuoti nei supermercati e i distributori senza benzina…

Giorgio Guaraglia, segretario provinciale 

FAI BRESCIA

1 / Allo stato attuale sono a serio rischio paralisi interi settori strategici nella nostra provincia legati alla logistica e ai trasporti per le forniture dei generi di prima necessità e delle materie prime alle imprese manifatturiere. Siamo molto preoccupati! Pur riconoscendo la positività dell’iniziativa in sé – sarebbe un errore negare che, anche grazie al Green Pass, ma soprattutto grazie alle vaccinazioni, l’Italia sta recuperando, anche sul piano economico, più rapidamente di altri Paesi europei -, certe incongruenze che la normativa presenta necessitano di urgenti correzioni, proprio per evitare l’inceppamento di un sistema economico in forte slancio; 2 / Secondo le nostre stime, sui 25mila autisti che operano a Brescia in conto proprio e conto terzi, il 20 per cento non è attualmente in possesso di un Green Pass. Questo vuol dire che da venerdì 15, 5.000 lavoratori non saranno in grado non solo di poter accedere alle aziende dove movimentano le merci, ma potenzialmente anche di lavorare sui camion. Nella giornata di giovedì 14, gli hub vaccinali si sono affollati nuovamente di persone in coda per ricevere una dose di vaccino, auspichiamo che tra di loro ci siano anche molti autotrasportatori che fino ad oggi erano indecisi, in maniera da rimpolpare le fila. 3) Purtroppo è ancora prematuro poter quantificare un dato. Sicuramente esiste un problema legato agli autisti stranieri che hanno ricevuto nel loro Paese di origine una tipologia di vaccino che non viene riconosciuta in Europa, per esempio gli autisti provenienti dai Paesi europei dell’Est che sono stati vaccinati con lo Sputnik, non valido per ottenere il Green Pass in Italia. Alcuni autisti cambieranno mestiere, molti si recheranno all’estero, dove il Green Pass non è obbligatorio, e non faranno più ritorno una volta conclusa l’emergenza sanitaria, aumentando la già grave carenza di personale viaggiante. 4) Come Fai Brescia stiamo valutando di riaprire l’hub dei tamponi che a suo tempo era stato ospitato nella struttura dell’Autoparco, all’uscita del casello di Brescia Est a Castenedolo, per permettere a tutti gli autisti privi di vaccinazione di ottenere almeno un pass provvisorio ogni 48 ore (con il tampone rapido, meno preciso) o 72 ore (con il molecolare, più preciso) per entrare negli uffici o nelle aziende. 5) Sicuramente può essere una valida soluzione per accorciare i tempi di attesa dei conducenti, per i quali non è certo possibile immaginare un facile ricorso a una farmacia per effettuare il tampone. I tir non possono entrare agilmente nei centri storici dove di solito si trovano le farmacie. Senza dimenticare che la maggior parte delle farmacie hanno ancora orari precisi di apertura e chiusura mentre i camionisti lavorano anche all’alba o dopo cena, di notte… Ogni opzione è valida, se è a vantaggio del comparto. 6) A preoccupare maggiormente è il clima di incertezza dovuto alla mancanza di indicazioni fornite dal Governo per fare chiarezza. In queste ore i nostri telefoni squillano al massimo: le aziende non conoscono le regole e gli autisti senza tampone rischiano la sospensione dal lavoro senza retribuzione. Il Ministro Orlando è stato chiaro: il tampone non sarà gratuito. Ci sono aziende che si stanno sobbarcando i tamponi per i dipendenti che ne hanno bisogno, ma sono ovviamente costi che ricadono sull’impresa. Anche in questo caso, il rischio è che molti conducenti decidano di abbandonare la professione.  7) Come Fai nazionale abbiamo inviato una lettera al Premier Draghi, al Ministro Giovannini e al Ministro Orlando per chiedere l’apertura urgente di un tavolo di confronto, anche con tutte le altre parti sociali, per esaminare e trovare risposta alle tante criticità e ai tanti nodi irrisolti dell’autotrasporto, a partire dal rispetto dell’obbligo di Green Pass in tutti i luoghi di lavoro ma anche al rispetto dello stesso regime per i lavoratori che vengono dall’estero in Italia. 8) Non va sottovalutato anche un problema di natura logistica: ogni azienda può davvero controllare il Green Pass di tutti gli autotrasportatori in entrata e uscita? Quanto graverebbe questo sul costo complessivo del trasporto? Il rischio di ritardo nelle consegne di materie prime con impatto sui cicli produttivi è concreto.

Sergio Piardi, presidente

FAI CUNEO

1 / Molto; 2 / 15/20 per cento; 3 /  No; 4 / No; 5 / Si certo; 6 / Male; 7 / Deroga nelle zone di carico e scarico ai controlli Covid; 8 / La situazione rischia di diventare come quella del Regno Unito.

Mario Mairone, presidente 

FAI FRIULI VENEZIA GIULIA

1 / Riteniamo che sicuramente ci saranno conseguenze negative. Già da alcuni giorni le imprese di trasporto sono in affanno per gestire le  possibili sostituzioni di personale non in possesso di Green Pass; 2 /   La percentuale varia tra il 10 e il 30 per cento, le punte più alte ci sono nelle aziende con molti autisti stranieri; 3 /   Ci giungono voci di autisti dell’Est Europa che si stanno ricollocando in Germania; 4 / Ci sono iniziative nel Porto di Trieste (tamponi gratis) e iniziative di singole aziende private (siamo a conoscenza di aziende di Pordenone che stanno organizzando per gli autisti un servizio di tamponi); 5 /   Sicuramente è una iniziativa utile che tiene conto delle esigenze delle imprese di autotrasporti merci su gomma; 6 / Per alcuni non è solo un problema di costi, bensì ritengono violata la lo sfera di libertà individuale oppure come nel caso del Porto di Trieste ritengono che devono pagare per lavorare; 7 /   Il personale mobile che non partecipa attivamente in altri lavori (per  esempio attività di carico (scarico della merce) dovrebbe essere esente dall’obbligo Green Pass; 8 / La norma per alcun settori, tra cui il trasporto, è di quasi impossibile applicazione.  L’impatto economico negativo sarà rilevante.

Giulio Zilio, segretario provinciale 

FAI MILANO LODI MONZA BRIANZA PAVIA

1 / Sicuramente conseguenze pesanti; 2 / Almeno il 15/20 per cento; 3 / Non ho questo dato ma ho sentito aziende con autisti in particolare rumeni che hanno annunciato di andarsene disposti a ritornare al loro Paese; 4 / Non credo siano iniziative in grado di facilitare questa incombenza relativamente al personale viaggiante; 5 / E’ comunque una iniziativa lodevole, anche se non credo possa incidere in maniera significativa; 6 /E’ opportuno esentare il personale viaggiante da questo obbligo; 7 / Sicuramente la sperequazione fra i nostri conducenti e quelli stranieri, rischiamo di pagare noi il prezzo più alto, alcune grosse imprese straniere hanno già scritto ai loro committenti italiani precisando che se gli vengono commissionati i trasporti e una volta in Italia, i loro conducenti non vengono caricati, dovranno pagare comunque il trasporto a vuoto, questo genererà sicuramente la comparsa di vari escamotage per aggirare la norma; 8 / No.

Claudio Fraconti, presidente 

FAI SALERNO

1 / Molto; 2 / Circa il 20 per cento; 3 / No; 4 / Non sono previste iniziative in tal senso; 5 /Assolutamente si, ottima proposta; 6 / Pessima reazione, attendono che sia il datore di lavoro e che sia lo Stato ad accollarsi le spese; 7 /   La proposta di cui al punto 5; 8 / Nulla.

Angela Voto, segretaria provinciale

FAI SONDRIO

1 / Difficile fare una previsione, ma con alta probabilità ci saranno conseguenze e non poche, specie se avverrà la burocratica applicazione del Decreto passo per passo, che comporterebbe l’impossibilità di non vaccinati ad accedere a operazioni di carico e scarico e, in teoria, neppure dell’attività di trasporto da cessarsi all’immediata scadenza del Green Pass; 2 / Gli associati lamentano una presenza fra il 10 e il 35 per cento di non vaccinati all’interno della propria organizzazione. Sicuramente dei numeri in diminuzione, poiché diversi hanno provveduto in questi giorni a vaccinarsi, tuttavia in un momento di spinta economica come quello attuale anche solo un 5 per cento risulterebbe in un disservizio e il numero medio sarà sicuramente superiore. 3 / Abbiamo notizie di seconda mano di diversi autisti, in special modo dell’Est europeo, decisi a non vaccinarsi e neppure a fare tampone, per cui è estremamente probabile che, una volta scattata la sospensione non retribuita, si orientino ad altri mercati europei. 4 / Non abbiamo notizia e, anzi, abbiamo segnalazioni di problematiche di diverse aziende che avrebbero voluto creare un punto sanitario sulla propria area nel fare ciò. Non sappiamo se ciò dipenda da questioni sindacali, di disponibilità di personale specializzato nell’esecuzione o di autorizzazioni specifiche di sorta, ma alcune aziende locali hanno ipotizzato questa soluzione ma si sono dichiarate costrette ad abbandonarla. 5 / Il momento economico richiede grande spirito di sistema, per cui nonostante tutte le reticenze, riteniamo la scelta una soluzione secondaria ma pur sempre una soluzione percorribile qualora soluzioni più economiche e facili non possano venire adottate. Come detto oggi, è ampiamente dimostrato che, se adottato un protocollo di sicurezza, il trasporto non è vettore Covid: questo è emerso empiricamente nel primo lockdown, dove i numeri erano significativamente più alti e tuttavia i trasportatori viaggiavano comunque. Riteniamo questa possa essere una scelta ottimale in termini di sicurezza e semplicità, pur sperando che arrivi al più presto l’obbligo vaccinale e questa reticenza alla vaccinazione cessi definitivamente. 6 / Ci segnalano tutti che la prima richiesta è un contributo economico e la diversa organizzazione aziendale, al fine di permettere il continuo tamponamento. Una minoranza ha segnalato che procederà alla sospensione e non interessata al palliativo del tampone. Quasi nessuna società associata ha comunque accettato di sobbarcarsi i costi di tampone, limitandosi a modificare seppur nelle limitate disponibilità aziendali, la pianificazione del traffico e degli uffici. 7/ Riteniamo fondamentale focalizzarsi sul fatto che il servizio debba essere svolto: in un momento di fortissima difficoltà economica (costi materie prime, approvvigionamento, aumento costi energia, covid) la Logistica deve dimostrare di essere un ingranaggio propositivo e funzionale al Paese. 8 / Visto che sono registrati e saranno registrate difficoltà, sarebbe opportuno comunicare in maniera tempestiva e corretta lo stato di fatto delle vari arterie e punti nevralgici quali porti, interporti o località logistiche particolarmente sensibili.Avere una fonte affidabile e tempestivamente aggiornata potrebbe fare la differenza fra funzionare bene, benino e il deragliamento dei servizi nei prossimi 5/7 giorni.

Matteo Lorenzo de Campo, presidente

 

FAI TRENTINO ALTO ADIGE 

1 / Molto; 2 / Parliamo di una percentuale del 15/20  per cento secondo le nostre fonti; 3 / Non abbiamo dati oggettivi in tal senso, ma solo segnalazioni da parte dei nostri associati che lamentano questo problema; 4 / Assolutamente sì, le Fai dislocate sul territorio nazionale stanno predisponendo dei punti tampone a disposizione degli autisti; 5 / Assolutamente sì; 6 Negativamente; 7 / Il suggerimento per tutti è quello di rispettare le regole vigenti. Sia che parliamo di autisti italiani ma anche autisti stranieri; 8 / Questo problema sta aggravando ulteriormente la situazione autisti che già prima mancavano. Il green pass obbligatorio amplierà ulteriormente questa criticità. Inoltre, nelle ultime settimane l’aumento esponenziale dei prezzi di gasolio, Lng e Adblue rischiano di mettere in ginocchio   le nostre imprese .

Andrea Pellegrini, presidente

FAI VARESE

1 / Molto; 2 / Circa il 15 per cento; 3 / Alcuni casi, non molti; 4 / Non ne sono a conoscenza.  5 / Sì; 6 / Nessuna reazione particolare; 7 / Valutare la possibilità di introdurre esenzioni per alcune tipologie di attività dei conducenti; 8 / No.

Mauro Ghiringhelli, presidente

FAI VENETO

1 / Molto; 2 / Dal 10 al 30 per cento; 3 / Per ora solo alcuni; 4 / No; 5 / Sì; 6 / Per ora ogni azienda affronta l’argomento in maniera autonoma; 7 / “marciare” su Roma, oppure, provvedere a una perizia psichiatrica dei nostri legislatori, oppure, più semplicemente rendere obbligatoria la vaccinazione. 8 / Solo una profonda delusione per la mancanza di considerazione di cui questo settore di “eroi” dimostra di godere quotidianamente.

Gianluigi Satini, presidente

FAI VERONA 

1 / Molto; 2 / Circa il  20 per cento; 3 / Sì ma non con numeri certi; 4 / Anche se non vogliamo agevolare i non vaccinati, abbiamo un servizio tamponi in azienda solo per i soci; 5 / No, perché  cosi’ aiutiamo chi non si vaccina e noi che siamo vaccinati perderemo un sacco di tempo per farci controllare , mentre gli stranieri hanno di fatto il lasciapassare; 6 / Alcuni, non sappiamo ora quanti, si stanno vaccinando, altri hanno chiesto all’azienda di pagare i tamponi minacciando di licenziarsi per andare all’estero; 7 /Aree scoperte porti/interporti/aree logistiche: eliminare i controlli, di fatto non c’e’ contatto, aree coperte previa rinuncia alla privacy individuale, (per questo tutti sono d’accordo), gestire un data base nelle aziende che ricevono i trasportatori, delle scadenze dei green pass rilasciando per quel periodo un passpartout individuale. 8 /Bisogna fare presto, e’ alle porte il Natale e il conseguente incremento delle spedizioni .le scene viste nel Regno Unito, devono spingere sull’acceleratore per trovare una soluzione che tolga tutti questi ostacoli operativi, spingendo sempre sulle vaccinazioni, ma semplificando la vita degli autotrasportatori vaccinati.  Queste agevolazioni porterebbero maggiori disponibilita’ di trasporto ma sarebbero anche un incentivo per chi non ha il vaccino e ogni 24 ore deve richiedere il passpartout.

Alessio Sorio, segretario provinciale

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