Vaccini in azienda, si parte da trasporti e logistica. Grazie a un esperto di… logistica
Pietro Barachetti
Ci sono voluti oltre tre mesi (e l’arrivo al comando delle operazioni di un esperto di logistica, il generale Francesco Paolo Figliuolo, già comandante logistico dell’Esercito italiano dal 2018) ma alla fine l’invito lanciato dal mondo dell’autotrasporto e della logistica (e condiviso dai responsabili dell’Istituto Superiore della Sanità) a vaccinare con precedenza gli operatori del settore, particolarmente esposti, per il tipo di attività svolta, al rischio di contagio da Coronavirus, sembra essere stato finalmente accolto. E dai primi di giugno potrebbe partire, proprio dalle imprese di autotrasporto e logistica, il piano di vaccinazioni nelle aziende elaborato dai responsabili dei ministeri del Lavoro e della Salute che, dopo i soggetti fragili, i lavoratori de mondo della scuola e della sanità, ha puntato i riflettori proprio sui lavoratori della logistica, settore in cui si sono verificati moltissimi focolai, seguiti da quelli dell’alimentare (a cominciare dai cassieri dei supermercati, a contatto ogni giorno con centinaia di persone, parrucchieri ed estetisti, lavoratori della ristorazione e del settore alberghiero (con questi ultimi che potrebbe avere una corsia preferenziale, vista la riapertura, dal 15 maggio, ai turisti stranieri muniti di green pass. Come funzionerà l’operazione vaccini in azienda? L’ipotesi più probabile è che le imprese di maggiori dimensioni possano chiedere direttamente i vaccini alle Regioni per poi affidare ai medici aziendali la somministrazione, mentre le aziende più piccole potrebbero appoggiarsi alle associazioni di categoria chiamate a prendere accordi con strutture pubbliche e private per organizzare le vaccinazioni. Una notizia accolta con particolare soddisfazione da Claudio Fraconti, responsabile dell’Osservatorio territoriale del trasporto e della logistica di Milano, Monza e Brianza, Lodi, da subito in prima linea nel chiedere al Governo di tutelare una categoria così esposta. “Lavoratori della Logistica e dei trasporti, verso i quali si sono perfino sprecate parole di ringraziamento per quanto fatto nei momenti più terribili della pandemia, continuando a viaggiare, in mezzo a pericoli mortali, per impedire che il Paese restasse paralizzato, per consentire che le merci indispensabili per far sopravvivere famiglie e imprese arrivassero a destinazione, che negli ospedali venissero consegnati medicinali e ossigeno per salvare migliaia di vite, ma senza agire però concretamente quando si è trattato di aiutare loro, i camionisti, gli addetti alla logistica. Ora finalmente qualcosa di concreto sembra si stia muovendo. Grazie, guarda caso, a un esperto di logistica….”.