Il virus ora accelera anche tra i trasportatori. “E nessuno capisce che vaccinarli è una priorità?”
Pietro Barachetti
Ogni minuto che passa può essere decisivo nella battaglia, combattuta a colpi di vaccini, contro il pericolo d’essere contagiati dal virus Covid-19 e dalle sue ormai numerose varianti, ma c’è chi, pur “rischiando” più di altri il contagio, sta vedendo passare i giorni, le settimane, senza che nessuno dia risposte alle richieste di poter essere finalmente vaccinati come “categoria a rischio”: sono le decine di migliaia di autotrasportatori italiani che ogni giorno sono “costretti”, proprio per il lavoro che svolgono, a entrare in contatto con moltissime persone, a spostarsi attraverso l’Italia anche per centinaia di chilometri, e che nonostante abbiano ricevuto da oltre 40 giorni, dalla direzione dell’Istituto superiore della sanità, la conferma della necessità di agire in tempi rapidi, non hanno più visto seguire, alle parole, alcun fatto concreto. L’ennesima conferma che c’è “qualcosa che non va” nella gestione dell’emergenza Coronavirus denunciata da Claudio Fraconti, responsabile dell’Osservatorio territoriale del trasporto e della logistica di Milano, Monza e Brianza, Lodi, che a fine gennaio si era visto recapitare una “risposta”, alla domanda di far partire finalmente le vaccinazioni per camionisti e addetti ai magazzini, che sembrava lasciar intravedere una svolta decisiva. Invece nulla. Già, perché alle parole contenute in quella risposta, in cui si affermava che il “caso” era sul tavolo nientemeno che del ministro Roberto Speranza,con l’impegno a “rappresentare, anche attraverso esperti, l’istanza avanzata dalla categoria nelle sedi opportune e nei tavoli di lavoro…”, non c’è stato più alcun seguito. “Sono passati oltre 40 giorni dalla risposta ufficiale della direzione dell’Istituto superiore della sanità, che concordava con noi circa l’esigenza di procedere in tempi stretti alla vaccinazione degli operatori della logistica, visto il ruolo strategico del nostro comparto, ma nonostante anche altre voci si siano finalmente unite alla nostra sollecitazione,nulla sembra muoversi a livello Governativo”, denuncia oggi Claudio Fraconti. Con un’”aggiunta” che non può non far suonare un nuovo campanello d’allarme e, soprattutto, non può più lasciare spazio a tentennamenti, rinvii, se non addirittura indifferenza: “ Intanto il virus sta attaccando anche la categoria degli autisti, fino a ora rimasta marginalmente interessata dai contagi, con la percentuale di questi lavoratori che sono colpiti da Covid si sta pericolosamente alzando. Il motivo”, conclude Claudio Fraconti, “è semplice: il contatto con i familiari a seguito della riapertura delle scuole e di certe attività sociali ha permesso, con l’aggravante delle varianti, di aggredire queste risorse che hanno consentito fino a ora a tutta l’economia di non fermarsi”. Il nuovo appello alle Istituzioni è quello a “non indugiare oltre nell’adottare un provvedimento urgente per difendere questa categoria, che si traduce automaticamente in una difesa di tutta la macchina economica, sanitaria e sociale del Paese. Con ormai ancora poco tempo per intervenire”.