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Il nuovo corso del ministero parte da un cambio di nome: via trasporti, c’è la mobilità sostenibile

C’era una volta il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Ora non c’è più: al suo posto c’è il nuovo ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, nome approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro Enrico Giovannini con il decreto legge sulla riorganizzazione dei ministeri. Un cambio di una semplice parola dietro il quale c’è però molto di più: “una visione di sviluppo che ci allinea alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation Eu”, come ha spiegato lo stesso ministro, “con l’obiettivo di promuovere una forte ripresa economica del Paese che sia sostenibile anche sul piano sociale e ambientale, come indicato dal presidente del Consiglio Mario Draghi”. Un ministero dal nuovo nome chiamato a realizzare anche importanti novità: per esempio assicurando “investimenti rapidi e consistenti, come quelli che stiamo programmando, in particolare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che devono produrre un rilevante effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva”, ha affermato sempre Enrico Giovannini, che ha puntato il dito sul “rafforzamento e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica, sull’investimento in infrastrutture sociali e nelle diverse aree del sistema dei trasporti”. Il tutto con l’obiettivo finale di “accompagnare e accelerare le trasformazioni in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità. Il ministero aprirà un dialogo intenso con gli operatori economici e sociali per identificare le azioni più idonee per accelerare questo percorso, tenendo conto anche delle nuove opportunità derivanti dai recenti orientamenti del mondo finanziario e delle politiche europee in materia”, ha assicurato infine il ministro.

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