Strada Facendo

Camionisti italiani costretti a pagare il tampone reso obbligatorio dall’Austria. “Adesso basta”

A brigante brigante e mezzo, recita un antico detto (usato anche da quello che è stato con ogni probabilità il presidente della Repubblica più amato d’Italia, Sandro Pertini) per sottolineare come quando si ha a che fare con persone disoneste o, comunque, che non si comportano come dovrebbero, possa diventare necessario rispondere allo stesso modo, e per di più rincarando la dose di disonestà. Un metodo che Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto-Confcommercio, chiede al Governo italiano di applicare contro l’Austria, accusata senza mezzi termini da mesi dall’esponente della principale associazione di categoria di far di tutto per boicottare il trasporto di merci dall’Italia verso il resto d’Europa (infischiandosene letteralmente delle norme) e da oggi accusato di aver aggiunto ai numerosissimi e pesantissimi danni economici una nuova beffa: far pagare ai camionisti italiani diretti in Germania il tampone anticovid reso obbligatorio dallo stesso governo austriaco, come condizione obbligatoria per poter proseguire il viaggio. Una nuova beffa di fronte alla quale, ha tuonato Paolo Uggé, “non può più certo bastare che il ministro dei trasporti scriva lettere e chieda  il rispetto del principio della libertà di circolazione delle merci”, ma occorre ribattere colpo su colpo. Occhio per occhio”, e, se necessario comportandosi da briganti più di chi, in questo caso l’Austria, l’ha fatto per prima. “A questi Paesi rispondiamo applicando quantomeno il principio di reciprocità. Per l’economia nazionale e per i trasportatori, ogni ritardo, ogni rallentamento, significano perdita di competitività e maggiori costi”, ha affermato Paolo Uggè chiedendo al Governo guidato da Mario Draghi di “dislocare immediatamente unità mobili di controllo sanitario e di sicurezza all’entrata del nostro Paese per coloro che provengono dalla Germania e dall’Austria attraverso il Tirolo. Da anni l’Austria ci impone il contingentamento dei mezzi pesanti, danneggiando pesantemente le nostre imprese e l’intera economia italiana. L’asse del Brennero garantisce l’integrazione dell’Italia con il mercato unico europeo. È il principale valico alpino per volumi di merci in transito (oltre 40 milioni di tonnellate nel 2018), ed è percorso da 4,5 milioni di Tir all’anno che non hanno come origine né destinazione l’Austria. Chiudendo le porte alla libera circolazione, per ogni ora di ritardo nell’attraversamento del valico, la nostra economia paga già più di 370 milioni di euro su base annua. L’obbligo del tampone aggiunge un altro ostacolo alla libera circolazione delle merci, un danno ingentissimo al nostro sistema economico, già duramente provato. Un danno al quale, da oggi, si aggiunge la beffa dei 40 euro che gli autotrasportatori dovranno sborsare per effettuare il test a Vipiteno”. C’è più d’una ragione “per dire basta con le lettere, e passare ai fatti concreti”. intervenendo, meglio se a gamba tesa, presso l’Unione europea, di cui l’Italia fa parte rispettando le regole mentre l’Austria continua a restare fregandosene.

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