Sette milioni di litri di gasolio importati illegalmente in Italia in un solo anno, attraverso il valico del Brennero. A scoprire il contrabbando fra la Germania e il nostro Paese, dove il gasolio per autotrazione viaggiava come “olio lubrificante”, in modo da evitare il pagamento dell’accisa che, Iva compresa, “vale” circa il 60per cento sul prezzo al dettaglio è stata una maxi indagine che ha portato all’arresto di sette persone, e al sequestro di tre depositi commerciali di prodotti energetici, 13 distributori stradali di carburante, 34 tra motrici, semirimorchi e cisterne adibiti al trasporto di carburanti, una imbarcazione da diporto lunga 18 metri, timbri falsificati per creare falsi documenti di trasporto (Das). Un’operazione alla quale hanno preso parte oltre 200 finanzieri e doganieri in Campania, Lombardia, Puglia, Toscana, Abruzzo e Basilicata, e che ha visto sequestrare anche conti correnti, certificati di deposito, titoli, quote societarie e denaro contante per un valore di circa quattro milioni di euro. Praticamente la cifra che, secondo gli inquirenti, l’organizzazione criminale avrebbe evaso in soli 12 mesi utilizzando alcune società “cartiere”, ovvero società non operative. costituite con capitali bassissimi, che non prevedono responsabilità patrimoniale dei soci, a nome delle quali venivano emessi i documenti,falsi, utilizzati per scortare la merce lungo il viaggio in territorio italiano. Il meccanismo della truffa era semplice: dall’Italia partivano le autocisterne vuote per raggiungere un deposito gestito da “complici” in Germania dove veniva caricato il gasolio, falsamente classificato come “olio lubrificante” per poi rivarcare la frontiera al Brennero su rotaia attraverso il servizio “Ro.La. Fino a Trento da dove riproseguivano il viaggio su asfalto fino alla prima destinazione italiana: un deposito commerciale di prodotti petroliferi nell’hinterland milanese. A “smistare” poi il mare di gasolio di contrabbando lungo lo stivale provvedevano poialtre autocisterne, rifornendo i distributori stradali di carburante non inseriti nel circuito delle grandi marche, alcuni dei quali di proprietà di persone della stessa organizzazione criminale. Le indagini hanno permesso d’individuare l’intera filiera della truffa, dalle “menti” ai contabili, dai responsabili dei vari depositi ai numerosi trasportatori, dai prestanome ai falsificatori di documenti. In tutto sono 19 gli indagati fra cui sette persone arrestate a Napoli, Salerno, Settimo Milanese, Castellammare di Stabia, Reggio Emilia, Cerignola.