“I Benetton hanno ceduto? Macché, è il governo che si
è inginocchiato davanti a loro, tanto vituperati. Altro che
revoca, altro che angeli vendicatori impazienti di calare la mannaia senza aspettare i tempi della giustizia dopo il crollo
del ponte Morandi: la verità sull’accordo – e non revoca – tra
il governo e Atlantia per la gestione di Autostrade certifica l’inconsistenza di un governo che non riesce ad andare oltre la soglia dei proclami e degli annunci”. A ribaltare completamente il punto di vista sulla soluzione del “caso gestione autostrade” è Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, secondo il quale “i termini dell’accordo
dicono chiarissimamente che la strada dell’esecutivo è stata quella di negoziare le clausole del disimpegno progressivo di Atlantia da Autostrade con il solito ingresso di soldi pubblici
nella società secondo il solito schema venezuelano applicato all’Italia. Insomma, in questa ridicola farsa, i 5Stelle con i
loro improvvisati compagni di viaggio del Pd hanno dimostrato ancora una volta di che pasta sono fatti: pasta frolla”. Una “pasta frolla” dimostrata, sempre secondo Giorgio Mulè, del resto durante tutti i due anni seguiti al crollo del ponte Morandi nei quali, è l’attacco finale, “il
Governo che ha perso tempo per la negoziazione, non ha fatto assolutamente
nulla per monitorare in modo tranquillizzante tutti i ponti
della rete. Il Governo, anziché procedere con proclami farlocchi sulla revoca, avrebbe dovuto pretendere e controllare che tutti
i ponti fossero adeguatamente attenzionati circa il loro stato
di salute. Ciò sta a significare che la tragedia del ponte
Morandi non ha insegnato nulla. E questa è una tragedia nella farsa”.