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Il Coronavirus uccide le imprese? Il “vaccino” è il fondo di solidarietà ma l’Italia non lo chiede

Cosa aspetta l’Italia, di fronte all’emergenza Coronavirus e alle sue conseguenze economiche (probabilmente più allarmanti di quelle sanitarie, con previsioni, elaborate da Confcommercio, che indicano un possibile “impatto” sul Prodotto interno lordo quantificabile fra i 5 e i 7 miliardi di euro) a inviare la richiesta d’intervento al Fondo di solidarietà dell’Unione europea? A rivolgere pubblicamente la domanda al Governo è il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggé, dopo aver letto le dichiarazioni della portavoce della Commissione europea sull’assenza di richieste di intervento da parte del nostro governo in seguito all’emergenza Coronavirus. “Il rischio, come dice l’Ufficio studi di Confcommercio, è di avere un forte vuoto di domanda, quindi un ulteriore stress sui margini delle imprese”, ha spiegato Paolo Uggé, “Ci sono settori-chiave, dal turismo ai trasporti, che stanno pagando un altissimo prezzo soprattutto per effetto del panico in molti casi spropositato, e per la confusione legata a misure prese in ordine sparso. Non c’è dubbio che la salute dei cittadini debba essere posta davanti a tutto, ma anche per questa ragione ci vorrebbe un’omogeneità di disposizioni. Soprattutto, non si deve consentire ad alcuno di creare il panico e confondendo l’informazione con lo spettacolo e il sensazionalismo, che non aiuta”.

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