“Ogni mese che passa arrivano nuove conferme sulla ripresa dell’economia italiana. Dopo la recessione tecnica di fine 2018, dovuta al grave rallentamento globale, nel 2019 è entrata in vigore la nostra prima Manovra e gli effetti non hanno tardato a manifestarsi. Già nei mesi scorsi siamo risultati tra i Paesi più in salute d’Europa grazie alla forte ripresa della produzione industriale e degli investimenti pubblici. Oggi sono usciti i dati Istat, che ci portano ottime notizie sia sul mondo del lavoro che sulla crescita”. Così si apriva un articolo pubblicato a fine aprile 2019 su Il Blog delle stelle (cliccate qui per proseguire la lettura).Un articolo pubblicato dal canale d’informazione dei grillini preceduto da una grande foto di Luigi Di Maio nella quale era stato inserito un messaggio chiarissimo: “L’Italia fuori dalla recessione dimostra che la direzione intrapresa dal Governo è quella giusta”.E sotto altri “proclami” come “Andiamo avanti come un treno verso il cambiamento”.Peccato che quasi un anno più tardi il treno del Movimento abbia miseramente deragliato politicamente, facendo una strage (di elettori), ma soprattutto peccato (per il Paese) che i numeri (e non titoli e proclami) raccontino una realtà completamente diversa da quella di un’ “Economia che riparte con la manovra”, con il “Segno + per occupazione stabile e crescita”, come recitava un altro titolo sotto la faccia sorridente dell’allora vicepremier. Numeri che pubblica nel suo “punto” settimanale, sul sito conftrasporto.it, il vicepresidente nazionale della Federazione, Paolo Uggé, che ricordando proprio qualcuno che parlava del 2019 come di un “anno stupendo”, ha deciso di “rivedere i conti” che proprio non gli tornavano. Scoprendo che non potevano affatto tornare, a meno di fare come fanno certi imprenditori (e commercialisti compiacenti) a volte falsificando i dati dei bilanci dell’azienda… “Nel 2019 la produzione industriale è scesa dell’1,3 per cento…. Raffrontando il dicembre 2019 con il precedente mese di novembre la riduzione è del 2,7 per cento… Se si estende il raffronto con dicembre 2018 si arriva al – 4,3 per cento”, scrive Paolo Uggé, aggiungendo che “Se poi guardiamo i dati degli altri Paesi europei scopriamo di essere buoni ultimi”. “Ma come Giggino”, potrebbe commentare Maurizio Crozza in una delle sue esilaranti imitazioni dell’esponente politico sotto la cui guida il Movimento 5 stelle è andato a schiantarsi contro un autentico disastro elettorale, passando, come dice un detto, “dalle stelle alle stalle”. “Non dicevi, sul blog delle stelle, che “innanzitutto” eravamo risultati tra i Paesi più in salute d’Europa…. Giggino , innanzitutto un pario di belin….. (avrebbe potuto sempre commentare Maurizio Crozza). “Dati, non c’è che dire, preoccupanti”, ha invece più seriosamente commentato Paolo Uggè, invitando qualcuno a “ricordarselo al momento opportuno”.