Non sono solo i crolli di ponti, cavalcavia, volte nelle gallerie a dire quanto sia “caduta in basso” la credibilità di una classe politica e amministrativa italiana incapace di gestire la “cosa pubblica”, e in particolare la funzionalità e la sicurezza dei collegamenti, dei trasporti. A mostrare l’incredibile incapacità di chi guida il Paese è un’inchiesta pubblicata su Dataroom, (cliccate qui per leggere l’intero articolo) spazio informativo curato da Milena Gabanelli sul Corriere della Sera on line, che racconta come su centinaia di ponti la manutenzione non venga fatta perché non si sa a chi appartengono, di chi sia la proprietà (e dunque la responsabilità di garantirne la sicurezza. Settecentosessantatrè infrastrutture (non due , o tre, o cinque…) sulle quali “non sono state fatte le ispezioni approfondite, previste per legge con cadenza annuale, ma soltanto quelle a vista» dei cantonieri”, come scrive su Dataroom precisando che “Anas ci scrive che comunque non sono emerse criticità tali da richiedere interventi di manutenzione. L’incolumità è stata garantita?”, Evidentemente no.E questo nonostante “L’allarme fosse stato lanciato un anno fa”, quando erano addirittura “ 992 ponti che attraversano le strade e autostrade italiane gestite da Anas, costruiti in buona parte negli anni Sessanta, che risultavano senza padrone, che non avevano cioè un proprietario certo che provvedesse alla manutenzione”. Una mappa e realizzata dopo che ci sera scappato il morto, nel 2016, sotto il cavalcavia di Annone Brianza, in provincia di lecco, dove la struttura aveva ceduto sotto il peso di un tir non lasciando scampo a un automobilista che stava passando sotto, e ferendo altri automobilisti. “Dietro il crollo si scoprì l’assenza di manutenzione dovuta al fatto che nessuno sapeva di doversene occupare, mentre il traffico pesante continuava a passarci sopra”, si legge ancora su Dataroom, mentre “.in attesa di capire se queste strutture sono in carico a Province, Comuni o Consorzi, Il Ministero delle Infrastrutture tranquillizzava dunque tutti chiedendo ad Anas di sorvegliarli al fine di assicurare l’incolumità della vita umana. Un anno dopo per 763 ponti non è cambiato nulla. Solo chiacchiere, l’unica cosa in cui i sembrano eccellere i politici, impegnati ormai tutto l’anno in campagna elettorale per riassicurarsi un lauto stipendio…