L’Italia, con il suo “stivale” circondato dal mare, rappresenta la più grande e straordinaria piattaforma logistica naturale che esista, con migliaia di chilometri di coste che dovrebbero rappresentare il miglior approdo per le merci in navigazione nell’intero Mediterraneo, destinate a raggiungere il Nord Europa. Grazie a quanto ricevuto “in dono” da madre natura i suoi porti, partendo avvantaggiatissimi, dovrebbero essere i protagonisti assoluti del traffico di merci. Invece non è così. Nella classifica dei porti che vedono il volume maggiore di merci trasportate via mare dell’Unione Europea (che nel 2017 hanno movimentato merci per un peso totale lordo di quasi 4 miliardi di tonnellate, con un aumento del 26 per cento rispetto al 2016, secondo i dati pubblicati da Eurostat) l’Italia è sorpassata dall’Olanda, con 596 milioni di tonnellate pari al 15 per cento del totale Ue, dalla Spagna (486 milioni di tonnellate, 12 per cento), e dal Regno Unito (482 milioni di tonnellate, 12 per cento). All’Italia, (475 milioni di tonnellate, 12 per cento) resta solo la medaglia di legno del quarto posto. Nonostante il destino le avesse attribuito il ruolo di favorita assoluta.