L’hanno chiamato, senza mezzi termini, il decreto “ammazza Ncc”. E per fermarlo sono pronti pronti a bloccare aeroporti, autostrade e città. Loro sono i noleggiatori di auto conducente e il decreto contro il quale sono pronti a tutto è il 29/1 quater, norma che se entrasse in vigore del 1° gennaio 2019, come nelle intenzioni del governo,” cancellerebbe 80mila aziende e creerebbe 200mila disoccupati”. Una prospettiva contro la quale migliaia di lavoratori, ma anche loro familiari, sono pronti a scendere nuovamente in piazza martedì 18 dicembre a Roma, proprio mentre una delegazione in rappresentanza della categoria sarà ricevuta al ministero dei Trasporti dal viceministro Edoardo Rixi. Un incontro per spiegare come quel decreto, mai entrato in vigore in 10 anni perché continuamente rinviato a colpi di proroghe dai precedenti governi (a conferma che le disposizioni contenute erano assurde, prima fra tutte quella di costringere auto e autista a rientrare ogni volta in autorimessa senza poter accogliere a bordo altri clienti) vada fermato. Insieme a i “favori” e alle “protezioni” verso la categoria che gli Ncc hanno individuato come “mandante” di un vero e proprio attacco sferrato per un decennio ai “rivali” i tassisti. “Una lobby, quest’ultima, che nel 2008 senza seguire un iter parlamentare garantito dalla Costituzione, ha ottenuto una modifica alla legge quadro dei noleggiatori portando a restrizioni rigidissime nei nostri confronti”, hanno sottolineato i rappresentanti delle associazioni di categoria degli Ncc alla vigilia della nuova protesta organizzata a partire dalle 10 in piazza della Repubblica, dove confluiranno titolari di imprese e autisti, con mogli e figli, provenienti da tutta Italia. Una manifestazione unitaria alla quale parteciperanno anche le imprese della Fai, la Federazione degli autonoleggiatori aderente a Confcommercio-Conftrasporto, che in attesa di una vera riforma del settore hanno chiesto al Governo un’ulteriore proroga dell’entrata in vigore del decreto. “Nell’incontro col viceministro ribadiremo che non si può cambiare una legge per rendere un favore a una categoria penalizzandone un’altra”, ha annunciato Daniele Ercoli, presidente Fai-Confcommercio sottolineando come “ancora oggi la categoria dei tassisti non sia tenuta a emettere ricevute fiscali né fatture, mentre siamo noi Ncc a contribuire all’incremento del Pil”.