Prendete ponti e cavalcavia vecchi e non sottoposti ad adeguati controlli e manutenzione; uniteci una legge infausta grazie alla quale sono stati fatti diventare trasporti eccezionali carichi che di eccezionale non avevano nulla; aggiungeteci risorse economiche, come per esempio il ricavato delle multe stradali, che dovrebbero essere spese per migliorare le infrastrutture e che invece prendono altre strade, ed ecco spiegato perché in Italia ogni tanto (in un recente passato troppo spesso) crollano i cavalcavia. Uccidendo e ferendo, come accaduto, per esempio un anno e mezzo fa ad Annone Brianza in provincia di Lecco.A disegnare il poco rassicurante quadro dell’emergenza infrastrutture in Italia è stato Fabrizio Palenzona, presidente di Conftrasporto ma anche presidente di Aiscat, associazione di categoria delle concessionarie autostrade, ospite di Milena Gabanelli a Dataroom. Una puntata andata in onda su facebook (per rivederla cliccate qui) che l’ex conduttrice di Report, affiancata dalla collega Rita Querze, ha realizzato a poche ore dalla pubblicazione, sul Corriere della Sera, di un ampio servizio dedicato proprio ai “30 mila ponti in carico alle Province che hanno qualche problema di rischio” e ai trasporti eccezionali che, scaricando su strutture vecchie spesso di oltre mezzo secolo e inadeguate al traffico di oggi pesi triplicati rispetto al passato, rischiano di provocare nuovi crolli. “Colpa di una legge infausta che ha moltiplicato la possibilità per molti committenti di sovraccaricare Tir giganteschi portando il peso delle merci trasportate da 44 a 108 tonnellate”, come ha sottolineato il neopresidente di Conftrasporto, riferendosi a quella che nel mondo dell’autotrasporto è chiamata anche “legge Marcegaglia, che serve agli industriali del ferro per mettere più coils sui mezzi”. Legge infausta, come l’ha definita Fabrizio Palenzona, così come negativa è la “vetustà delle inftrastrutture poco mantenute, e nate in periodi in cui c’erano meno traffico e carichi inferiori sui camion”. E così come “infausto ” è il fatto che non ci sia un “piano di ristrutturazione delle inftrastrutture e un catasto delle strade”. O, ancora, che i soldi incassati dalle amministrazioni per multe stradali non vengano utilizzati, come invece dovrebbe accadere, per mettere in sicurezza le strade, come ha confermato sempre Fabrizio Palenzona rispondendo a una delle tantissime domande arrivare durante i 30 minuti dell’intervista.