C’è chi storce il naso e chi non ci salirebbe mai. Gli italiani hanno ancora molti dubbi sull’auto a guida autonoma. Secondo lo studio “Auto-Matica”, realizzato dalla Fondazione Aci Filippo Caracciolo e presentato in apertura della 71ª Conferenza del Traffico e della Circolazione, organizzata dall’Automobile Club d’Italia per tracciare lo scenario di riferimento dell’auto a guida autonoma e dei veicoli connessi, soltanto il 48 per cento degli italiani è disposto a provare l’auto senza conducente, mentre uno su quattro non ci salirebbe mai.
Eppure, spiega l’Aci in un comunicato, i benefici sociali ed economici “sono potenzialmente notevoli, anche in termini di ottimizzazione del tempo e dello spazio se si pensa che un’auto rimane ferma per il 90 per cento della giornata e la guida autonoma è in grado di abbattere i consumi del 10 per cento. Se tutte le auto circolanti fossero connesse e autonome”, sostiene l’Aci, “nel mondo si risparmierebbero 200 miliardi di euro in spesa sociale per incidenti stradali e 50 miliardi di euro in minori consumi di carburante. Ogni euro investito nella connessione di veicoli e infrastrutture produce benefici per più di tre euro”. Secondo l’Aci bisogna costituire un “Osservatorio sulle trasformazioni della mobilità e due piattaforme nazionali, una per la gestione dei dati generati dalle auto e l’altra per il monitoraggio dell’incidentalità e delle infrazioni dei veicoli di nuova generazione. Il nostro Paese deve mantenere un ruolo di primo piano in tema di automobili”. “L’auto a guida autonoma è una sfida che dobbiamo vincere”, ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci, “senza farci trovare impreparati: il mondo già si muove, ma in Italia manca ancora un quadro preciso di regole per orientare e stimolare investimenti e progetti, tenendo conto anche della delicata fase di transizione con veicoli “umani” e “robot” a condividere le strade. Vanno poi sciolti i nodi su sicurezza stradale, adeguamento infrastrutturale, responsabilità civile e penale in caso di infrazioni ed incidenti, questioni assicurative, rischi di hackeraggio e privacy”. “Partecipare e prepararsi, in attesa dell’auto del futuro”, ha affermato Giuseppina Fusco, presidente della Fondazione Filippo Caracciolo – Centro Studi Aci, “per tradurre in opportunità concrete le sfide che il processo di innovazione ci prospetta. Gli obiettivi sono: sicurezza per i cittadini, sviluppo per le imprese e per il lavoro, crescita e modernizzazione. Noi, come Centro Studi, proseguiremo nel monitoraggio del processo evolutivo in atto, per fornire contributi scientifici di conoscenza, di idee e di proposte”.