Fare il camionista è massacrante, chi fa questo lavoro deve andare in pensione prima. La richiesta è del copresidente della Federazione dei Verdi, Bartolomeo Pepe, senatore del gruppo Gal, che in un’interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, sottoscritta anche dai senatori Michelino Davico (Gal), Giuseppe Vacciano (Misto) e Francesco Molinari (Misto), chiede di “riconoscere subito il lavoro di camionista come usurante con gli anni di riduzione del lavoro che ne scaturiscono”. Pepe chiede anche di “prendere seri provvedimenti affinché possano trovare accoglimento le proposte di copertura degli autotrasportatori esodati durante il periodo che intercorre tra la cessazione dell’attività lavorativa e il percepimento della pensione”.
“Il lavoro di camionista”, denunciano i senatori, “è massacrante e non adeguatamente tutelato. La legge vigente prevede regole ferree su turni, ore di guida, pause e riposo. Ma purtroppo nella quotidianità la legge viene spesso disattesa. Secondo la legge, infatti, chi guida un camion può farlo per nove ore di seguito con una pausa obbligatoria di quarantacinque minuti ogni quattro ore e mezza e un riposo di undici ore dopo le ore di guida. Questo non è possibile nella pratica, non solo perché la legge del mercato e la natura dei beni trasportati non consentono pause o perdite di tempo, ma anche perché ogni ritardo si ripercuoterebbe su aziende, reputazione e paga del lavoratore. Urge quindi un intervento del governo anche alla luce del fatto che la natura stessa del lavoro di camionista non consente l’esercizio della professione ai lavoratori con insorti problemi fisici derivanti da infortuni o malattie anche lievi o, magari, semplicemente connessi all’età, il che rende più difficile per la categoria il conseguimento dei requisiti pensionistici e ha determinato, con l’entrata in vigore della riforma Fornero, una percentuale altissima di esodati”.