Strada Facendo

Il salario minimo degli autisti ostacola la libera circolazione delle merci?

Il tema del salario minimo, che la Germania ha già applicato anche ai trasporti, arriva a Bruxelles. La scorsa settimana, nel corso dei lavori della Mini-Plenaria del Parlamento europeo si è infatti tenuto un dibattito sulle condizioni di lavoro, comprese le tariffe minime salariali applicabili al settore dei trasporti.

L’iniziativa, si legge sul sito di Conftrasporto, fa seguito all’interrogazione con richiesta di risposta presentata dalla Commissione per l’occupazione e gli affari sociali (EMPL) sulle tariffe minime salariali collettive o legali che sono applicabili a tutti i settori, compreso il settore dei trasporti. Parere richiesto a seguito dell’introduzione in Germania della nuova legge sul salario minimo, applicata anche all’ambito dei trasporti, adesso sospesa in attesa di una pronuncia della Commissione europea sulla compatibilità con le norme comunitarie.
Nell’interrogazione si sottolinea come alcuni Stati membri applichino queste norme anche per le imprese estere di autotrasporto per quanto riguarda il salario minimo e i requisiti amministrativi (quale l’autorizzazione preventiva ottenuta dopo aver prodotto idonea documentazione) quando tali imprese effettuano operazioni estere di autotrasporto, come le operazioni internazionali o di cabotaggio.
Tutto ciò potrebbe determinare ostacoli nel mercato unico perché limita la libera circolazione delle merci, dei servizi e dei lavoratori. Si chiede quindi in che modo le normative nazionali possano regolamentare le operazioni estere di autotrasporto tenendo conto del diritto comunitario (considerando anche la direttiva sul distacco dei lavoratori) e le eventuali misure adottabili dalla Commissione per tutelare i diritti sociali dei lavoratori che operano nel settore dei trasporti su strada.
Il commissario ai Trasporti Violeta Bulc ha parlato della necessità di un mercato socialmente responsabile, in cui le misure nazionali non siano discriminanti e vengano applicate nel rispetto della sussidiarietà ma senza contrastare le norme europee.

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