“Il camionista che a Lentini, sulla Catania – Siracusa, è piombato nella corsia d’emergenza travolgendo un gruppo di cinque operai dell’impresa Covir che stavano effettuando dei lavori per conto dell’Anas, uccidendone tre e ferendone un quarto, da quante ore era alla guida di quel mezzo, e quando aveva fatto l’ultima sosta per riposarsi? E al momento dell’incidente a che velocità oraria stava procedendo? Stava forse correndo oltre i limiti consentiti dal Codice della strada magari per non sforare con tempi di consegna impossibili da rispettare rispettando le leggi? E, ancora, quel camionista è un “professionista” della guida? E quel camion quando aveva sostenuto l’ultima manutenzione? In altre parole: tutto quello che poteva essere fatto per prevenire una simile tragedia era stato realmente realizzato oppure no, magari per tagliare i costi, per risparmiare, in barba ai costi minimi per la sicurezza che una legge del Parlamento italiano ha voluto proprio per cercare di evitare simili stragi?”A porsi questa serie di domande, a 1500 chilometri di distanza dal punto in cui è avvenuta l’ennesima tragedia della strada, avvenuta poco prima della galleria Serena, è Doriano Bendotti, responsabile nazionale per la comunicazione di Fai Conftrasporto e da sempre in prima fila nella battaglia per garantire i più ampi margini possibili di sicurezza su strade e autostrade italiane. Domande che Doriano Bendotti rivolge indistintamente a tutti gli esponenti del Governo e in particolare al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi al quale aggiunge un’ultimo interrogativo: “Il ministero farà immediatamente aprire un’inchiesta per scoprire se questa sciagura è colpa del fato oppure è una cronaca di una morte annunciatissima? E quante altre morti dovremo attendere prima che il Governo dica finalmente, una volta per tutte, se intende portare avanti una battaglia di civiltà come quella per la sicurezza sulle strade? Quella della difesa dei costi minimi per il trasporto merci, imponendo delle tariffe sotto le quali non sia possibile scendere, a meno di compromettere la sicurezza del mezzo, è una strada percorribile. Ma se il governo ne dovesse trovare altre, altrettanto valide, il mondo dell’autotrasporto sarà felicissimo di seguirlo. L’importante è che si passi dalla parole ai fatti”.