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Auto ecologiche, incentivi finiti in due giorni. Federauto: “Più danni che benefici”

Sono finiti nel giro di due giorni gli ecoincentivi a disposizione dei privati per l’acquisto di auto ecologiche. In sole 48 ore le prenotazioni per le auto con emissioni di CO2 fino a 50 g/Km e 95 g/Km sono andate a ruba da parte dei concessionari. In realtà, come spiega il Ministero, trattandosi di prenotazioni, i fondi potrebbero tornare a disposizione del pubblico nei prossimi giorni. Ancora disponibili, invece, gli incentivi per le imprese o taxi che devono rottamare auto di almeno dieci anni. Intanto, non mancano le polemiche. “I microincentivi ecologici messi a disposizione per i privati” e terminati “in meno di tre giorni”, hanno recato “più danni che benefici”, ha detto il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi. 

“Da un lato hanno ingenerato nel consumatore aspettative esagerate, in virtù delle scarse risorse a disposizione, dall’altro non hanno modificato le proporzioni delle richieste di vetture a basso impatto ambientale. O in misura irrisoria”. L’unico effetto, per Pavan Bernacchi, “è di aver buttato soldi pubblici – almeno quelli dei privati, perché quelli delle aziende sono ancora lì”. E questo perché, “la chiave d’accesso all’incentivo, per le partite Iva, è rottamare una vettura con più di dieci anni; ma le aziende italiane, tranne in qualche raro caso, ammortizzano e sostituiscono questi beni molto prima”. Per Pavan Bernacchi quindi “sarebbe stato meglio” dare i fondi stanziati per gli ecoincentivi “agli esodati, ai terremotati o ad altri soggetti che ne avrebbero tratto un beneficio reale”. Invece, “non abbiamo allargato il mercato, non abbiamo orientato gli acquisti verso vetture ecologiche e non abbiamo ricavato nessun insegnamento o dato statistico”.
“Il mondo dell’automotive, che sta perdendo il 35 per cento del fatturato rispetto alla media degli ultimi cinque anni, ha bisogno di un piano organico a tutto tondo. Lo Stato”, conclude Pavan Bernacchi, “introiterebbe più denaro, svecchieremmo il circolante con benefici per la sicurezza e l’ambiente e sosterremmo il mondo del lavoro. Un piano serio, non provvedimenti sbagliati. Piuttosto delle briciole? Meglio niente”.

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