72,73 miliardi di euro, il 3,8 per cento in più rispetto al 2011. È questa la cifra che la filiera dell’automotive ha versato allo Stato in tasse nel 2012. Una quota pari al 17 per cento delle entrate tributarie nazionali, tanto che secondo l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (Anfia) il comparto può essere considerato il primo contribuente dello Stato. Lo ha sottolineato a Torino il presidente di Anfia, Roberto Vavassori, secondo il quale “l’incidenza sul Pil della fiscalità continua a essere la più elevata tra i principali Paesi europei”.
Per Anfia, la fiscalità deve diventare ora uno strumento di rilancio della domanda di mobilità e degli investimenti in infrastrutture. “Il contenimento dei costi di possesso e di utilizzo dei veicoli “, sostiene Vavassori, “sono il primo importante passo da compiere per rilanciare la domanda di mobilità nel nostro Paese”. Vavassori chiede anche che, come prevede il Codice della Strada, il 50 per cento dei proventi delle multe incassate dagli enti locali venga utilizzato per migliorare la sicurezza, investendo il 25 per cento nella manutenzione stradale, il 12,5 per cento nella segnaletica e il 12,5 per cento nei controlli delle strade.