Fatti che l’autotrasportatore elenca nella sua e mail. “Per esempio quando vai a parlare per lavorare, la prima cosa che ti dice il datore di lavoro è: qui si cammina, non si rispetta niente, ma i verbali li pagate voi se vi conviene, sennò li c’è il cancello. E nel dire questo apre il cassetto della scrivania, ti fa vedere che lui ha cataste di fotocopie di patenti di persone che vogliono venire a lavorare e tutto questo per 240 euro a viaggio. E se il viaggio dura anche 4 o 5 giorni, i soldi sono sempre gli stessi. Per non parlare dei danni che ti fa pagare se malauguratamente rompi qualcosa vicino al camion, oppure se fai un incidente e hai torto. In quel caso si trattiene 500 euro dallo stipendio, sempre che cosi si possa chiamare. Per non parlare del fatto che ti fa camminare in Adr senza che tu abbia la patente o tantomeno il camion sia adibito per Adr. E se ti ribelli o non vuoi farlo, ti mette in punizione come i bambini dell’asilo: non ti fa viaggiare, ti mette parcheggiato e tu in un mese ne dovresti fare 8 di viaggi per portare a casa uno stipendio dignitoso…”.
E, a proposito di soldi, l’autotrasportatore sottolinea come “ti devi anche spesare: allora, facendo il calcolo di 8 viaggi a 240 euro al viaggio, sono 1920 euro. Togliendo le spese per mangiare, bere un caffè ecc ti porti a casa uno stipendio di 1300 euro, stando lontano da casa e facendo 16 -18 ore di giuda giornaliere. Il tutto facendo attenzione a non prendere un verbale per troppe ore di guida, a non riportare nessun danno, sennò scattano i 500 euro di franchigia. Ma a volte non riesci nemmeno a fare 8 viaggi al mese, ne fai 6 o 7 e facendo il calcolo fate voi se si può andare avanti così. Allora io dico: mi rivolgo allo Stato, visto che fa tante riforme, tante leggi, però il nostro settore è dimenticato da tutti, nonostante il fatto che se ci fermiamo noi si ferma una nazione, come abbiamo dimostrato nell’ultimo sciopero”. La lettera si conclude con un appello: “Fate più controlli a queste aziende, accertatevi se prendiamo uno stipendio dignitoso, italiani o extracomunitari che sia, perché noi, categoria autisti, non ce la facciamo più, siamo sempre noi a rimetterci, siamo sempre a rischio sulle strade, nessuno si è mai domandato se ne vale la pena. Allora, colleghi, è giunta ora di aprire gli occhi, facciamoci rispettare per quel che valiamo. Spero che questo messaggio lo legga qualcuno che può veramente cambiare qualcosa. Buon Natale a tutti”.