Strada Facendo

La mafia si infiltra nell’autotrasporto? Fermiamola con la legge sui costi minimi

“La mafia nel trasporto è una realtà che trova oggi una dolorosa conferma nel coinvolgimento di un imprenditore di Reggio Emilia dell’autotrasporto. Purtroppo avevano ragione la presidente della Fita, Cinzia Franchini, e il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini, che da tempo avevano evidenziato il rischio di infiltrazioni mafiose nel settore”. Con queste parole Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto, ha commentato la notizia secondo la quale il nome del titolare di una nota impresa di autotrasporti dell’Emilia-Romagna, aderente alla Cna Fita e a un’importante cooperativa, figurerebbe in un’informativa antimafia del ministero dell’Interno. “La nuova conferma della presenza, sempre più allarmante, della mafia anche nel mondo dell’autotrasporto, nell’Emilia-Romagna come del resto in molte altre regioni, con un’infiltrazione che avviene, in imprese o cooperative,  mediante la pratica di “tariffe stracciate con ribassi ingiustificati” nelle prestazioni di trasporto”, ha aggiunto Paolo Uggè, “ci spinge ad avanzare un invito a Cna Fita perché sottoscriva il protocollo di legalità che Conftrasporto ha da quasi un anno concordato con il ministero dell’Interno. Un documento nel quale si prevede che tra gli indicatori atti a evidenziare la possibilità della presenza malavitosa vi sia proprio il rispetto dei costi incomprimibili, rispetto che eviterebbe proprio quelle offerte al ribasso che sono il grimaldello utilizzato dalla mafia per riuscire a inserirsi nel settore”.

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