Strada Facendo

Colpi di sonno pericolosi come la guida da ubriachi. Attenti alle apnee notturne

Mettersi al volante dopo aver dormito poco o male è come aver bevuto, a digiuno, quasi un litro di vino in un’ora. È quanto emerge da una ricerca che la Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno sta realizzando nell’ambito di una partnership con Mercedes-Benz Italia sul fronte della sicurezza stradale. Tutti sanno che è estremamente rischioso mettersi al volante se non si è riusciti a dormire, ma in pochi conoscono i pericoli derivanti dalle apnee notturne. 

Come ha spiegato il professor Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione, in Italia almeno due milioni di persone soffrono di sindrome delle apnee notturne,  che determinano inconsapevolmente un sonno scarsamente ristoratore ed efficace e, quindi, sono causa di una sonnolenza latente e improvvisa, che diventa molto pericolosa per chi guida. Un disturbo che la stragrande maggioranza ignora di avere. Il 95 per cento infatti non è  consapevole di soffrire di questa sindrome e per loro, secondo la ricerca, il rischio di incidente sul lavoro o alla guida aumenta notevolmente, con un coefficiente di rischio del 3,71, più che doppio rispetto all’1,68 causato dal consumo di alcol o droghe.
In Italia, stima la Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno, almeno un incidente stradale su cinque è causato da un colpo di sonno. E se si hanno disturbi come le apnee notturne, la scienza medica è in grado di scoprirlo attraverso semplici accertamenti, come la polisonnografia.
“In linea con i nostri valori e visto l’elevato peso sociale ed economico del fenomeno, diffuso e latente, abbiamo deciso di riservare un’attenzione particolare al problema dei colpi di sonno al volante non solo con soluzioni tecnologiche come, per esempio, l’Attention assist, ma stringendo anche un’alleanza scientifica con la Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno, al fine di studiare interventi costruttivi e mirati”, ha detto Cesare Salvini, direttore marketing Mercedes-Benz Cars in Italia. “L’affaticamento alla guida”, si legge in una nota di Mercedes-Benz, “rappresenta una delle cause più frequenti degli incidenti stradali. Il sistema Attention assist, disponibile oggi di serie su quasi tutta la gamma Mercedes-Benz compresa la nuova Classe A, è in grado di riconoscere, dal comportamento del guidatore e sulla base di oltre 70 parametri, gli indicatori di una progressiva disattenzione e stanchezza alla guida. Nel caso in cui vengano rilevati i tipici segni di affaticamento al volante, il sistema emette una serie di segnali acustici ed ottici per invitare il guidatore a concedersi una pausa”.
Una mossa sicuramente efficace contro i colpi di sonno. La Fondazione ha infatti accertato che fermarsi e  concedersi un breve sonno in auto è l’unico antidoto per combattere la sonnolenza alla guida. Ma ne fanno uso solo il 4 per cento degli intervistati. Gli altri danno spazio inutilmente alla fantasia, mettendo anche assieme più espedienti: il 54 per cento si ferma e si accontenta dei classici due passi; il 52 per cento alza il volume della radio; il 47 per cento apre il finestrino e il 45 per cento prende un caffè. A nulla serve muoversi mentre si è al volante (27 per cento), mangiare caramelle (32 per cento), bere limonata o altre bevande (26 per cento) sino ad arrivare ai chi ritiene (5 per cento) che sia utile guidare più velocemente per imporsi maggiore attenzione contro la sonnolenza.

 

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