“Auto uguale bancomat. Un assioma del Fisco, soprattutto in tempi di crisi, quando i consumi e i conti delle famiglie si assottigliano e l’Erario guarda con più cupidigia a forme di tassazione immediata ed ineludibile, con incrementi fiscali su carburanti, Rc-Auto e pedaggi”. Parola del presidente nazionale dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, che sull’ultimo numero di Automobile, la rivista dei soci Aci, parla di auto e fisco. Rincari e tasse che, secondo Sticchi Damiani, comprometto l’amore degli italiani per l’auto.
“Le tasse sono aumentate soprattutto negli ultimi due anni: considerando anche il superbollo, l’Ipt e l’Iva, la maggiore spesa fiscale nel 2011 è stata di 1,2 miliardi di euro, e sarà di 2,4 miliardi nel 2012. E arriva l’ennesima accisa sulla benzina per finanziare una realtà come la Protezione Civile che, pur fondamentale per il Paese, è decisamente estranea al mondo dell’auto”, aggiunge il presidente dell’Aci. “Così si compromette l’esistenza di un settore da sempre vitale per l’economia e l’equilibrio sociale del Paese: nel 2012 si conteranno 1.500.000 immatricolazioni, mezzo milione in meno l’anno rispetto alla media degli ultimi 4 anni”. Il “sistema auto” – che dà lavoro a 1,2 milioni di persone, pesa l’11,4% del Pil e contribuisce al 16,6% delle entrate fiscali – non cammina più. Entro dicembre rimarranno disoccupati 10.000 dipendenti del settore auto: quattro volte gli operai che hanno perso tutto nella vicenda di Termini Imerese. Il salvadanaio si è rotto, con danni per tutti. Anche per lo Stato, che sconterà 8,3 miliardi di mancato gettito Iva solo quest’anno”, conclude il presidente. E così l’Aci ha inviato al presidente del Consiglio Mario Monti quattro raccomandazioni e un progetto di legge per alleviare la pressione sugli automobilisti a partire dal costo dell’assicurazione.