Servono nuovi spazi pedonali, più severità verso l’indisciplina, maggiore attenzione verso i mezzi alternativi alle quattro ruote, un’efficace rete di trasporto pubblico. Insomma, solo una diversa concezione dell’abitare la città potrà migliorare le abitudini collettive e rendere le strade un luogo più sicuro. Sono queste alcune delle indicazioni emerse da un sondaggio commissionato dalla Fondazione Luigi Guccione Onlus a Ipr Marketing, che ha intervistato i cittadini di Milano, Roma e Napoli. Cittadini che vogliono una città diversa, con spazi a misura di pedone.
“Oggi”, spiega la Fondazione Luigi Guccione in una nota, “l’assoluta maggioranza degli abitanti di Milano, Roma e Napoli si dichiara favorevole all’introduzione nei propri centri di zone a traffico limitato e all’ulteriore ampliamento delle aree completamente chiuse ai veicoli”. Le città senza auto piacciono e lo dicono soprattutto quelli che nelle zone liberate dal traffico ci vivono. “Nella città di Napoli in particolare”, si legge nella nota della Fondazione Luigi Guccione, “i residenti all’interno delle zone ZTL rappresentano il segmento che, sperimentato il cambiamento, si dimostra più entusiasta a ulteriori restrizioni del traffico: sia che esse consistano in nuove pedonalizzazioni o in un incremento di corsie preferenziali e piste ciclabili”.
La sicurezza è un tema molto sentito. “Gli intervistati dei tre centri presi in esame lamentano la trasformazione delle aree di libera circolazione delle loro città in luoghi ormai “off-limits”: non solo per i pedoni, ma per qualsiasi individuo decida di servirsi di mezzi di spostamento alternativi all’automobile. Le principali minacce? Il comportamento dei guidatori, troppo spesso ignari o poco rispettosi delle regole di circolazione, il caos del traffico e il cattivo stato di manutenzione delle strade. Non solo da Napoli, dove l’esperienza diretta di incidenti tra gli intervistati si attesta su valori sopra la media, sale la richiesta di nuovi e più drastici interventi a tutela dell’incolumità di chi viaggia o percorre le vie della città: la creazione di un ufficio pubblico per la sicurezza stradale, così come l’istituzione di scuole di formazione e agenzie di assistenza per le vittime di infortuni sono tutte ipotesi che raccolgono il consenso di circa nove intervistati su 10. E sulla stessa soglia di apprezzamento si colloca la” proposta shock” di introdurre nel nostro codice un profilo di reato specifico denominato “omicidio stradale”: un’imputazione di cui dovrebbero rispondere non solo i responsabili di incidenti colti sotto effetto di droghe o alcool, ma anche le aziende automobilistiche produttrici di mezzi difettosi e gli enti pubblici colpevoli di una cattiva manutenzione stradale”.
Ma come fare per lasciare le auto a casa e ridurre traffico e pericoli? Tra le soluzioni individuate dagli intervistati “servizi di car e bike sharing capillari, piste ciclabili più protette, ma soprattutto una rete davvero efficace di trasporto pubblico. Del resto già oggi, nelle città oggetto dell’indagine (in modo particolare a Milano e Napoli, meno a Roma), questa modalità di spostamento risulta essere la preferita”. Preferita sì, ma non certe soddisfacente. “Solo a Milano infatti l’impiego del mezzo pubblico è considerato (da un cittadino su due) davvero una valida alternativa all’auto: sia a Roma che a Napoli esso viene giudicato da due intervistati su tre parzialmente o del tutto inadeguato a garantire spostamenti rapidi e puntuali. Per rendere il servizio davvero “competitivo”, sostiene la maggioranza trasversale dei residenti, è indispensabile lo stanziamento di maggiori risorse economiche”.