Ogni rotore della nano-car è composto solo da pochi atomi, aggregati al corpo della vettura, cioè alla molecola principale, da doppi legami di carbonio. Posta su una superficie di rame, la vettura si sposta grazie a un minimo di energia.
“Gli scienziati, senza venire in contatto con il minuscolo autoveicolo”, si legge sul portale notiziefresche.info, “possono dirigere i suoi movimenti inviando energia su di esso grazie ad un microtelescopio. Il problema è che la nano-car, almeno per ora, si sposta molto lentamente e i “consumi” non sono ottimali. Per spostarsi di sei nanometri (6 miliardesimi di metro) ci sono voluti dieci impulsi elettrici. Il senso della ricerca guidata dal professor Ben Feringa, dell’Università di Groningen e da Tibor Kudernac dell’Università di Twente, è quello di realizzare nuovi strumenti per l’utilizzo in campo medico. Una applicazione della robotica e della nano-ingegneria nella scienza medica. Molto ancora c’è da lavorare, per far sì che le molecole siano in grado di muoversi in condizioni ambientali normali. La nano-car realizzata fino ad ora, infatti, può effettuare spostamenti solo in particolari condizioni: movimento nel vuoto e temperatura inferiore ai 266°”.
La corsa all’auto elettrica insomma può avere anche risvolti al momento bizzarri.