Delle 52 giovanissime vittime (29 maschi e 23 femmine) ben 38, pari al 73 per cento, erano trasportate a bordo dei veicoli e questo aspetto ripropone drammaticamente il tema del fissaggio dei nostri piccoli sui seggiolini. Non si conosce il dato di quante fra queste 38 vittime fossero regolarmente allacciate, anche se si può ritenere che una percentuale significativa non fosse trasportata a norma. In particolare nei casi di espulsione dall’abitacolo del mezzo dopo lo schianto. Due bambini sono stati travolti con la loro bicicletta. Undici erano a piedi per strada. In un caso il bambino era su un ciclomotore.
Un altro aspetto sul quale l’Asaps richiama l’attenzione è la tipologia stradale dove sono avvenuti gli incidenti. Sono le strade delle aree urbane quelle più a rischio. Ben 254 dei 379 incidenti (67 per cento) sono avvenuti nei centri abitati. E non si pensi che si tratti di quelli meno gravi. Infatti nei centri abitati si sono contati fra i piccini 22 morti (42 per cento) e 280 feriti (66 per cento).
Sulle strade statali e provinciali gli incidenti sono stati 81 e hanno causato 16 morti (31 per cento) e 96 feriti (23 per cento). In tre episodi non è stata indicata la tipologia della strada.
Appena 30 gli episodi sulla rete autostradale che hanno causato 11 decessi (21 per cento) e 34 feriti (8 per cento).
Fra le più giovani vittime della strada il maggior numero si conta fra i piccolissimi. Infatti nella fascia d’età cha va da 0 a 5 anni l’Osservatorio ha registrato 29 decessi (56 per cento), 15 i lenzuoli bianchi (29 per cento) nella fascia che va da 6 a 10 anni, sette in quella da 11 a 13 anni (13 per cento). Per una vittima non è stato possibile fissare l’età.
In sette incidenti il conducente del veicolo coinvolto è risultato ubriaco o drogato. Sono stati invece 20 gli incidenti causati da pirati della strada dove sono morti quattro bambini.
Le regioni che segnano il più elevato numero di decessi per incidenti ai bambini sono la Lombardia con 10 piccole vittime, segue la Sicilia con nove (di cui tre incidenti con due bambini morti ognuno) il Lazio con sei e il Veneto, la Campania e la Calabria con quattro.
“Non ci stancheremo mai di ricordare che ogni volta che un bambino perde la vita sulla strada la colpa non è mai la sua”, spiega Biserni, “ma sempre di un adulto che non ha rispettato le regole (velocità, alcol, uso seggiolini) o di un adulto che non lo ha vigilato”.