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Il Consiglio dei ministri cancella il Sistri, la tracciabilità dei rifiuti riparte da zero

Il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti da mesi al centro di un vero e proprio caso per il mancato funzionamento delle black box, le scatole nere da montare sui camion per seguirne il percorso, e per il fiume di denaro inutilmente speso da migliaia di imprese per adeguarsi alla normativa, non entrerà in vigore il 1 settembre. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri straordinario che ha di fatto cancellato il progetto Sistri così come progettato dal ministero dell’Ambiente che, per voce dello stesso ministro Stefania Prestigiacomo, ha definito “gravissima l’inaspettata norma contenuta nella manovra che cancella il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti. Un vero e proprio regalo alle ecomafie”.

Secondo il ministro il Sistri “avrebbe consentito il controllo e la movimentazione di tutti i rifiuti speciali nel Paese che rappresentano l’80 per cento di quelli prodotti eliminando  l’attuale sistema cartaceo che consente frodi e abusi e non è in grado di fornire in tempo reale, tanto al ministero dell’Ambiente quanto alle forze dell’ordine, un quadro della movimentazione dei rifiuti. I dati nazionali disponibili”, ha sottolineato sempre il ministro,  “hanno un ritardo di due anni. A parole sosteniamo di voler risolvere il problema dei rifiuti che vede mezza Italia in emergenza, ma poi facciamo i regali alla criminalità organizzata in nome della semplificazione amministrativa che però stavolta obbligherà le imprese, nel terzo millennio, a usare china e carta anziché il computer. Mi appello al senso di responsabilità di tutti affinché si possa correggere questo clamoroso autogol”. Furibonda per aver visto cancellare con un colpo di spugna un progetto che, nonostante le migliaia di segnalazioni di non funzionamento, avrebbe voluto comunque far decollare il 1° settembre, Stefania Prestigiacomo ha poi precisato che “le imprese sane e le associazioni di categoria non hanno mai chiesto di cancellare il Sistri, ma hanno chiesto modifiche e gradualità nell’entrata in vigore. Tutte richieste che sono state accolte. Buttare ora il bambino con l’acqua sporca è un colpo alla legalità e alla lotta alla criminalità”.

E proprio dalla una delle  associazioni di categoria che hanno denunciato il mancato funzionamento del progetto Sistri, proponendo contestualmente nuove soluzioni per far comunque partire un controllo moderno ed efficace sulla tracciabilità dei rifiuti, la Fai Conftrasporto, è arrivata la prima risposta al ministro Prestigiacomo: “Nessuno ha fatto alcun regalo alle ecomafie che, anzi sarebbero probabilmente state favorite da un sistema farraginoso e complicatissimo da gestire per le piccole e medie imprese come il Sistri così com’è stato ideato e realizzato fino a oggi”, ha spiegato Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto. ” Se a cio’ si aggiunge che il Sistri sarebbe entrato in vigore solo per le aziende italiane e non per quelle straniere il quadro è completo: praticamente un invito a nozze per le ecomafie a rivolgersi oltre frontiera, creando contemporaneamente un danno enorme alle imprese italiane”.

Al ministro Stefania Prestigiacomo il presidente di Fai Conftrasporto ha anche indirizzato un messaggio di apertura a una nuova collaborazione: “La nostra associazione, che non e’ mai stata contraria a un sistema di tracciabilita’ dei rifiuti, ma ha sempre preteso un’applicazione che raggiungesse l’obbiettivo della tracciabilita’ senza danneggiare pesantemente l’operativita’ delle aziende, è disponibile a sedersi a un tavolo comune e a condividere con i tecnici del ministero delle soluzioni accettabili dalle imprese e dal sistema economico in generale, perché, come dice il ministro, assieme con l’acqua non vogliamo gettare il bambino ma allo stesso tempo non possiamo, anche se cattolici, salvaguardare qualcosa non ancora concepito. Già in passato abbiamo presentato ai vari tavoli fatti con il ministero delle soluzioni semplificate e studiate ad hoc dagli operatori, ma abbiamo sempre avuto risposte poco convincenti. Forse ripartendo da quelle proposte concrete potremo, insieme, realizzare un progetto che consenta di combattere davvero possibili infiltrazioni mafiose in un settore delicatissimo come quello del trasporto rifiuti senza costringere migliaia di operatori a sprecare tempo e denaro, come accaduto fino ad oggi, per non avere alcun servizio”.

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