Strada Facendo

Sistri: dal 1° settembre sarà obbligatorio ma ancora non funziona in 3 casi su 4

Il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) sarà obbligatorio dal 1° settembre 2011 ma, allo stato attuale, ben difficilmente potrà funzionare efficacemente. Dal 26 al 28 luglio, infatti, ha avuto luogo la sperimentazione dei servizi SISTRI per i trasportatori, organizzata con il supporto e l’assistenza del ministero dell’Ambiente e dell’Albo Gestori Ambientali. A differenza del click day di maggio, obiettivo di quest’ultima sperimentazione è stato quello di testare il sistema nell’ordinaria gestione operativa dei rifiuti, incrementandone il livello di familiarizzazione e segnalando eventuali anomalie riscontrate. Dai report stilati dalle aziende associate alla Fai (Federazione autotrasportatori italiani) che hanno partecipato all’evento, possiamo concludere che solo il 25 per cento circa delle operazioni effettuate è terminato con esito positivo.

Trasmettiamo, di seguito, una sintesi delle criticità più frequenti. Tutti i trasportatori hanno evidenziato nei propri report l’eccessiva lunghezza dei tempi di adempimento della varie procedure (problematica segnalata anche nei casi in cui si è riuscita a concludere con successo un’intera operazione). Nello specifico, è stata sottolinetata l’estrema lentezza in fase di accesso al registro cronologico. Dispendio di tempo soprattutto in presenza di soggetti non obbligati all’iscrizione al Sistri, per i quali i dati sono stati caricati manualmente dai trasportatori. Procedure lente e farraginose: una volta che la scheda Sistri viene compilata e firmata e si ha la necessità di dover modificare un dato qualsiasi, il sistema non lo permette, poiché prevede di modificare solo la quantità del rifiuto. Annullare la scheda e reinserirla nuovamente aumenta a dismisura i tempi dell’operazione. Emerge, in generale, la mancanza di informazione dei produttori in merito all’utilizzo del sistema Sistri e le scarse conoscenze per la corretta compilazione della scheda.

In relazione a tale problematica, quindi, si segnala che, per poter effettuare la sperimentazione, i trasportatori sono stati costretti a fare viaggi con scheda movimentazione conto terzi aperta dal trasportatore stesso, a inserire essi stessi la scheda movimentazione produttore oppure, laddove il trasportatore era anche produttore, il trasportatore–produttore ha effettuato la sperimentazione utilizzando direttamente i propri rifiuti. Per i produttori non iscritti è stata, inoltre, segnalata l’assenza di controllo sui dati che vengono inseriti dal trasportatore, ossia codice fiscale e indirizzo (quest’ultimo se errato viene evidenziato solo al momento della pianificazione del viaggio). Destinatari non pronti a ricevere il rifiuto per problemi tecnici o altre motivazioni non meglio precisate; più volte lo scarico è avvenuto con formulario cartaceo, senza che l’impianto riuscisse a prendere in carico il movimento. Pianificazione del viaggio: in più casi il Sistri ha segnalato un “percorso non trovato”. Il problema è particolarmente pressante nel caso della micro-raccolta: emblematico l’esempio della pianificazione di due ritiri aventi la stessa destinazione; il sistema ha pianificato il primo viaggio fino a destinazione con, a seguire, il ritiro presso il secondo produttore senza però giungere a destinazione. Percorso: in due casi, il Sistri non ha riconosciuto la strada dell’impianto: all’impianto il Sistri non riconosce il token dell’autista. Sono stati segnalati, inoltre, blocchi del sistema e anomalie quali “SISTRI TOKEN MANAGER.EXE” e chiusura dell’applicazione – prima della firma. Operazione che vanifica  quanto fatto in precedenza.

Per evitare che al rientro delle vacanze il sistema economico venga gravemente danneggiato dal probabile blocco del Sistri, è assolutamente necessario che il ministero dell’Ambiente preveda un’ultima proroga per tutte le imprese coinvolte, propedeutica a una revisione che semplifichi e renda effettivamente applicabile il Sistri. Le imprese di autotrasporto non osteggiano a priori il sistema “perché non vogliono farsi controllare”, come è stato detto, ma pretendono delle procedure semplici che non paralizzino la propria attività, penalizzando pesantemente l’economia del Paese.

Pasquale Russo (segretario nazionale Conftrasporto)

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