Per chi vuole cambiare auto non è più sufficiente confrontare i prezzi tra i vari concessionari della propria città e nemmeno tra quelli della propria regione. Ora è meglio buttare un occhio oltre frontiera e vedere se il modello dei sogni costa meno in un altro Paese europeo. Le differenze, infatti, sono notevoli, come certifica uno studio della Commissione europea: comprare una Fiat 500 in Ungheria, per esempio, potrebbe essere un vero affare, visto che qui costa 9.309 euro, un migliaio di euro in meno di quello che si spende in Italia (10.618) e quasi cinquemila euro meno di quello che si spenderebbe in Lettonia (14.021).
È vero che, come sostiene la Commissione europea, nel 2010 i prezzi si sono ridotti e le differenze di listino per l’acquisto di un’auto nuova da una Paese all’altro sono diminuite, ma in alcuni casi la forbice resta significativa. Come per la Fiat Punto, che comprata in un Paese (Estonia e Romania) piuttosto che in un altro (Lettonia) consente di risparmiare più del 44 per cento. Dagli 11.103 euro che si pagano in Estonia per avere la Punto Evo si passa infatti ai 16.613 che servono per acquistarla in Lettonia. Anche per le auto più grandi ci sono prezzi decisamente diversi, con differenze superiori al 30 per cento per la Renault Megane e del 36 per cento per la Peugeot 308. Percentuali simili a quelle di una Volkswagen Passat che in Germania costa il 32 per cento in più rispetto alla Danimarca.
Secondo lo studio, in termini reali i prezzi nel 2010 hanno visto una diminuzione del 2,5 per cento nell’Unione europea, con un calo in 24 Paesi: la più forte contrazione è stata registrata in Slovacchia con un -17,4 per cento, seguita dalla Bulgaria (-13,5 per cento).
Sui grandi mercati i prezzi, complice la crisi economica, sono scesi soprattutto nel Regno Unito (-3,7 per cento), mentre riduzioni più modeste sono quelle registrate in Germania (-1,9 per cento), Spagna (-1,6 per cento) e Francia (-0,9 per cento). In Italia, i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (+0,2 per cento). In tutta l’Ue, invece, l’indice che riflette i prezzi nominali pagati dai consumatori, compresi sconti, Iva e tasse d’immatricolazione, ha visto un aumento contenuto nello 0,3 per cento, contro una crescita dei prezzi complessivi al consumo del 2,8 per cento. Buone notizie infine per il costo delle riparazioni e del mantenimento delle vetture: per la prima volta in dieci anni i prezzi non sono più aumentati, dopo una crescita ben superiore all’inflazione nel 2009.
Per scaricare lo studio della Commissione europea, che prende in esame 89 modelli di 26 marche internazionali, basta cliccare qui.