Strada Facendo

Caro traghetti, la replica di Moby: “Tariffe sotto la media europea”

“Questo fantomatico cartello è un’invenzione mediatica”. Con queste parole, pronunciate dall’amministratore delegato Luigi Parente, Moby parte al contrattacco. La compagnia, finita assieme a Snav, Grandi Navi Veloci e Forship (Sardinia Ferries) nel mirino dell’Antitrust per i prezzi dei traghetti per la Sardegna (clicca qui per leggere l’articolo), non ci sta e snocciola numeri e confronti con i quali cerca di dimostrare che i prezzi dei traghetti Moby sarebbero meno cari rispetto alla media europea. In un’audizione alla Commissione Trasporti della Camera, Parente ha spiegato che, prendendo in considerazione il costo miglio per passeggero e raffrontando il pacchetto “due persone più auto andata e ritorno, rispetto alla media europea la Livorno-Olbia ha tariffe più basse del 37 per cento e la Civitavecchia-Olbia del 6 per cento”. Inoltre ha aggiunto, “i prezzi massimi non sono aumentati, o sono saliti di soli cinque euro”. È, invece, ha chiarito il direttore commerciale della Moby, Eliana Marino, “stata modificata l’applicazione delle tariffe speciali e il relativo costo. Mentre lo scorso anno era vincolata al costo dell’auto a 1 euro oggi è collegata a un costo dell’auto a 20 euro”. “I nostri prezzi non sono aumentati, sono diminuiti gli sconti”, ha aggiunto Luigi Parente. “La tariffa è aumentata perché sono aumentati i costi e sono due anni che non ribattiamo nelle tariffe il costo dei carburanti”. L’amministratore delegato di Moby ha, inoltre, ricordato che “l’80 per cento delle tariffe sono low-cost”. D’altra parte, ha sottolineato Parente, “che interesse abbiamo a far fuggire i passeggeri? Purtroppo abbiamo il limite del bilancio, non possiamo continuare a perdere. Invece di risolvere il problema insieme è nata una gogna, come se noi fossimo gli affossatori della Sardegna quando siamo lì da 100 anni e vorremmo rimanerci per altri 100. Abbiamo grandi meriti verso la Sardegna”, ha detto l’amministratore delegato, “che serviamo 365 giorni l’anno, mentre la Regione lo vuole fare per tre mesi, così da prendersi la crema e andare via. Siamo ben lieti dell’istruttoria dell’Antitrust perché così finisce la barzelletta”.

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