In questo contesto particolarmente difficile, continua il periodo buio di Fiat Group Automobiles che ha visto scendere le proprie vendite dell’8,46 per cento, dopo il tonfo del 31,29 per cento di marzo. In calo anche la quota, scesa al 28,71 per cento dal 30,67 di un anno fa. Il motivo, secondo Mirafiori, è da cercare anche nell’uscita di produzione nei mesi scorsi di alcuni modelli Fiat che un anno fa erano presenti in gamma, come Fiat Croma, Fiat Multipla, Fiat Ulysse, Fiat 600 e Fiat Punto Classic: modelli che valevano circa 3 punti percentuali di quota. Come sta avvenendo ultimamente, per il Gruppo Fiat le note liete arrivano da Alfa Romeo (+49,47 per cento), mentre sono in calo sia il brand Fiat (-14,89 per cento) sia Lancia (-4,81 per cento). “Il mese di aprile fornisce la prima vera indicazione sull’andamento del mercato del 2011, ed è in quest’ottica”, afferma il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, “che aprile è pessimo perché, paragonato al bruttissimo aprile dello scorso anno, sostanzialmente ne conferma i numeri”. A questo punto gli analisti si aspettano un futuro ancora nero. Secondo l’indagine congiunturale del Centro Studi Promotor il mese scorso l’84 per cento dei concessionari valuta su bassi livelli la raccolta di ordini, mentre il 52 per cento è pessimista sull’evoluzione della domanda a tre-quattro mesi. “Certamente”, sottolinea il direttore generale dell’associazione che riunisce gli importatori esteri (Unrae), Gianni Filipponi, “la situazione generale non favorevole si somma alla poca sensibilità del mondo politico nei confronti del cittadino automobilista e di un settore che già versa in forti difficoltà. Alle recenti disposizioni relative all’incremento dell’accisa sui carburanti, si aggiungono quelle predisposte con il Decreto Legislativo sul federalismo fiscale che modifica il metodo di calcolo dell’Imposta Provinciale di Trascrizione”, con conseguente “aumento del peso delle tasse sull’acquisto dei veicoli nuovi e sui passaggi di proprietà”. Invece, mai come in questo momento per il presidente dell’Anfia Eugenio Razelli “sarebbe auspicabile un contenimento della componente fiscale dei prezzi dei carburanti e in generale del prelievo fiscale a carico del comparto”. Un piccolo segnale positivo però per Razelli “emerge dalle risposte alle domande trimestrali dell’indagine Istat su alcune spese di particolare impegno, con il recupero delle intenzioni di acquisto dell’autovettura”.