Grazie alle nuove regole che permettono uno scambio continuo di dati tra gli Stati, con l’acceso ai registri automobilistici, chi sarà scoperto in infrazione sarà rintracciato e, sebbene con un po’ di ritardo, riceverà la multa. “È un passo avanti verso una maggiore sicurezza stradale”, ha commentato il ministro dei Trasporti italiano, Altero Matteoli. “Un turista che guida a 180 all’ora finalmente pagherà la contravvenzione”, ha aggiunto. “Penso che molte persone ritengono che quando guidano in un Paese straniero le regole della strada non valgano. Ora non succederà più”, ha commentato il commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas, soddisfatto per il via libera del Consiglio alle nuove norme. L’obiettivo dell’Ue è quello di perseguire prima di tutti i colpevoli delle violazioni all’origine del 75 per cento delle morti sulla strada: eccesso di velocità, assenza di cinture di sicurezza, guida in stato di ebbrezza e mancato rispetto dei semafori rossi. Ma saranno stanati e puniti anche coloro che, all’estero, guidano sotto l’effetto di stupefacenti, non rispettano la distanza di sicurezza, non utilizzano il casco, imboccano le corsie vietate e parlano al cellulare mentre guidano.
Finora alcuni Stati avevano cercato di regolare il problema in via bilaterale, senza ottenere tuttavia risultati di rilievo. Le nuove regole, secondo le previsioni della presidenza Ue, potrebbero entrare in vigore entro un “termine realistico di due anni”, dopo il recepimento da parte dei singoli Stati membri. Una volta rintracciato chi ha commesso l’infrazione attraverso una più facile consultazione dei registri automobilistici, con una rete elettronica di scambio dei dati, saranno le autorità del Paese di origine del conducente indisciplinato a garantire che l’infrazione sia notificata e la multa arrivi quindi a destinazione. Le norme regolano anche i casi di contestazione dell’ammenda o quando c’è bisogno di perseguire chi non paga.