Il Ministero dell’Ambiente non ci sta. Se il Sistri, il tanto discusso sistema di tracciabilità dei rifiuti, non funziona la colpa è di altri. E così in una lettera inviata a Il Giornale, che l’ha pubblicata a pagina 38 dell’edizione odierna, risponde alle accuse. Ecco il testo della lettera firmata dall’ufficio stampa del ministero dell’Ambiente.
“Relativamente all’articolo «L’effetto del Sistri? La paralisi del trasporto rifiuti», a firma di Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto, precisiamo quanto segue. Il ritardo nell’installazione delle «black box» è in buona parte addebitabile alle aziende di autotrasporto e non al Sistri. Sono circa 5000 le aziende che avrebbero dovuto installare circa 21mila black box ad aver disertato per una o due volte gli appuntamenti con le officine per l’installazione sui mezzi dei dispositivi Sistri. Mentre altre 11mila aziende che hanno richiesto 2 o più black box hanno proceduto all’installazione della tecnologia su uno soltanto dei loro camion rinviando l’installazione sugli altri. In assenza di questi comportamenti, che riguardano gli autotrasportatori e non il Sistri, oggi avremmo installato tutte le black box sinora richieste. Siamo comunque fiduciosi che nel corso del mese di dicembre, quando ancora il mancato uso del sistema Sistri non determina l’irrogazione di sanzioni, molte altre black box saranno installate. Inoltre, per far fronte alle esigenze specifiche degli autotrasportatori, sono state adottate misure specifiche di ausilio, tra le quali l’attivazione di un numero di telefono dedicato alla categoria, mentre un altro è stato attivato per le officine. È stata anche allestita in ogni regione, accanto a quelle già autorizzate, una ulteriore officina mobile per l’installazione dei dispositivi black box. Tutte iniziative, queste, note alle associazioni di categoria e alle loro articolazioni territoriali”.