Insomma, il problema è di una diversa cultura dei guidatori. Ma, nell’immediato, un contributo rilevante può arrivare dall’adozione degli apparati di rilevazione della velocità media, il cosiddetto ‘tutor’. Il sistema già adottato da Autostrade per l’Italia che raccoglie il consenso del presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, come anche della Polizia di Stato. E proprio il prefetto Oscar Fiorolli, direttore centrale della Polizia di Stato, ha diffuso dei dati che confortano l’analisi del ministro. Lo scorso anno ci sono stati circa 4.100 morti e 200.000 feriti. Le vittime sulla rete autostradale sono state l’8 per cento contro il 47 per cento delle strade extraurbane e il 44 per cento nelle città.
Per gli incidenti, ha spiegato Fiorolli, il 77 per cento si è verificato nelle città, il 13 per cento nella viabilità extraurbana e il 10 per cento sulle autostrade. E alla luce di questi dati, il dirigente della polizia ha auspicato l’estensione del tutor oltre i 2.500 chilometri di autostrade dove è già in funzione. “I sistemi di controllo della velocità media”, ha detto Fiorolli, “vanno estesi alle strade extraurbane a cominciare dalle 15 che sono considerate più pericolose quantomeno nei tratti dove si è registrato il maggior numero di incidenti”.