Strada Facendo

Consorzi di Polizia locale a rischio
La Lombardia: “Vanno salvati”

L’abbiamo già scritto. Di solito i vigili urbani, che da qualche anno si chiamano agenti di Polizia locale, non sono molto amati da automobilisti, camionisti e motociclisti. È innegabile però come la loro capacità di elevare multe si sia dimostrata un deterrente per chi ama correre sulle strade e di conseguenza a numerosi incidenti. Ora i consorzi di Polizia locali, ossia le realtà create da Comuni confinanti per sopperire alle carenze di personale e sorvegliare il territorio 24 ore su 24, vengono messe a rischio dalla Finanziaria che ha tagliato i fondi agli enti pubblici. E in difesa di tali realtà si muove la Regione Lombardia con un no deciso alla soppressione dei consorzi di Polizia locale che arriva dall’assessore regionale alla Protezione civile, Polizia Locale e Sicurezza, Romano La Russa.
“Chiediamo a gran voce che il governo, nell’emanare i decreti attuativi della manovra finanziaria, ha detto La Russa, “torni sulla sua decisione di sopprimere enti così importanti per garantire la sicurezza dei cittadini”.
I consorzi in Lombardia sono 16: Sumirago, Besnate e Mornago; Terre del Serio; Parco del Ticino; Terrae Fluviales; Bagnolo, Mella e Leno; Nord Lodigiano; Valle Sabbia; dei Colli; Nord Ovest Varese; Bassa Bergamasca; Valseriana; Parco delle Groane; Alta Brianza; I Fontanili; Isola Bergamasca e Segrino.
Essi sono nati proprio perché spesso i corpi di Polizia locale dei singoli Comuni – specie se di piccole dimensioni, cioè la stragrande maggioranza in Lombardia – non riescono da soli a esercitare a pieno i loro compiti, vale a dire a garantire la copertura dei servizi che invece richiede la loro attività, dal pattugliamento, alla prevenzione della microcriminalità nei territori di competenza.
“Va anche detto”, ha aggiunto La Russa, “che, nella maggior parte dei casi, questi consorzi non costano nulla. Sono davvero pochi quelli che hanno un costo di amministrazione annuale che supera i 5.000 euro. Per questo ci batteremo in ogni sede affinché i consorzi possano continuare a esercitare i loro compiti. In ogni caso”, ha concluso La Russa, “stiamo già studiando soluzioni alternative, perché la sicurezza delle nostre città, anche le più piccole, è legata a filo doppio al mantenimento di queste strutture. Il rischio, infatti, è che la soppressione di tali consorzi porti a costi molto superiori, che i Comuni difficilmente potrebbero sostenere”.

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