Al centro dell’incontro una valutazione sui provvedimenti adottati per abbattere l’inquinamento atmosferico e le modalità con le quali proseguire il lavoro iniziato, in vista anche della prossima stagione invernale.
“Stiamo parlando di un problema vasto e complesso”, ha esordito Raimondi, “e Regione Lombardia è dalla parte della ricerca vera delle cause, fondamentale per vincere la nostra sfida contro l’inquinamento. Di certo non ci aiutano le condizioni geoclimatiche e neanche la densità abitativa e produttiva del nostro territorio. Da qui la necessità di andare avanti con provvedimenti che siano strutturali e non occasionali. Infatti, le azioni intraprese solo in risposta a prescrizioni altrui non saranno mai una vera strategia. Regione Lombardia”, ha aggiunto, “ha già dimostrato di sapersi assumere le proprie responsabilità, ma la sfida è quella di evitare che tutto ciò si trasformi solo in una richiesta di sacrifici a cittadini e imprese. Per ogni sacrificio che chiediamo dobbiamo essere in grado di dimostrare quale contropartita ambientale avranno i nostri cittadini”.
Intanto, i risultati dei provvedimenti assunti negli anni iniziano a vedersi.
Pm10 – Complessivamente i dati presentati da Arpa dimostrano che la concentrazione media annua del Pm10 nel 2010 è diminuita in tutte le province lombarde rispetto agli anni precedenti. Stesso discorso vale per il numero dei giorni nei quali si è superato il limite di 50 mg per metro cubo. Anche le indagini sulla qualità del particolato dimostrano che non ci sono superamenti per quanto concerne il piombo, il nichel, l’arsenico e il cadmio. Un discorso a parte merita il Benzo(a)pirene che – frutto della cattiva combustione della legna – raggiunge quantità importanti laddove la legna è ancora molto diffusa. In questo senso Regione Lombardia ha già approvato limiti al suo utilizzo in particolari condizioni e si appresta a varare nuove misure nell’ottica di un approccio integrato che va dalla corretta informazione e comunicazione ai cittadini, allo sviluppo tecnologico, dalla certificazione degli apparecchi ai controlli e alla corretta manutenzione degli impianti, fino allo sviluppo di una filiera del pellet di qualità.
Provvedimenti importanti e per certi versi scomodi, come il divieto dell’uso dell’olio combustibile, hanno contribuito a migliorare notevolmente la qualità del particolato.
Le fonti – Interessante anche il quadro che emerge dall’inventario sulle emissioni: le principali sono il trasporto su strada, in particolare con alimentazione diesel, e anche off-road, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e l’uso dei solventi.
Anche in questo caso Regione Lombardia ha avuto un approccio sistemico verso di esse, da una parte rendendo sempre più severe le norme, e dall’altra incentivando in misura molto significativa la dismissione delle fonti più pericolose.
“Il successo delle nostre misure per l’aria”, ha sottolineato Raimondi, “sarà tanto più significativo quanto più sapremo sviluppare e incentivare politiche energetiche pulite. Mi riferisco all’uso di auto elettriche e all’incremento delle fonti rinnovabili come l’idroelettrica, le biomasse, il biogas, il solare e il fotovoltaico”.
Il tavolo del bacino padano – È questa secondo l’assessore Raimondi la “sede naturale” nella quale affrontare un provvedimento così vasto “perché l’aria non è un patrimonio fisso che si crea e resta in Lombardia, ma si muove e attraversa le regioni vicine”. Da qui la proposta di ridare vita a quel tavolo con Emilia, Friuli, Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte e Province autonome di Trento e Bolzano che, nel 2007, aveva portato non solo a un fermo diffuso del traffico, ma anche a un importante accordo sottoscritto dai rispettivi presidenti per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.
A fianco di questo, ma rimanendo in Lombardia, Raimondi ha anche auspicato di affrontare la situazione attuale dando vita a due gruppi di lavoro che si occupino rispettivamente di mobilità ed energia “affinché ognuno possa dare il proprio contributo in un confronto serio e fattivo”.