“Andiamo avanti, ormai non abbiamo nulla da perdere”. Con queste parole il presidente della Federazione degli autotrasportatori greci, Giorgio Tzotzatos, ha confermato il proseguimento, per il terzo giorno consecutivo, della mobilitazione dei camionisti ellenici. La decisione è stata presa dopo gli infruttuosi colloqui di martedì con il ministro dei trasporti Dimitri Reppas. Intanto oggi una delegazione degli autotrasportatori si recherà in parlamento per presentare le loro richieste, malgrado i deputati abbiano già approvato ieri sera in linea di principio il testo della riforma che liberalizza le professioni fra cui quella del settore.
Per il terzo giorno consecutivo centinaia di camion rimangono incolonnati lungo le grandi vie di comunicazione terrestri e alle entrate delle principali città, da Atene a Salonicco, per protesta contro il progetto di legge che riguarda il settore e in particolare l’estensione del periodo transitorio per la liberalizzazione della professione e delle licenze. I proprietari delle autocisterne, che come il resto dei camionisti sono ancora sottoposti a un ordine giudiziario restrittivo dopo la lunga protesta di luglio che mise in ginocchio il Paese, hanno garantito il rifornimento di carburante. Il governo, per timore di speculazioni a causa della mobilitazione dei camionisti, ha imposto un tetto al prezzo della benzina e gasolio per evitare speculazioni. Ciò ha provocato le proteste delle stazioni di servizio, parte delle quali hanno denunciato l’impossibilità di vendere ai prezzi prefissati e le autorità stanno ora esaminando una possibile modifica del calmiere.
Temperatura alta anche tra i ferrovieri, che martedì hanno scioperato contro la parziale privatizzazione dell’impresa di stato Ose e e hanno annunciato nuove mobilitazioni durante il mese, oltre a uno sciopero quando il disegno di legge sarà discusso in parlamento.