“È una buona notizia quella che viene dal Lazio”, ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile trasporti di Legambiente, “perché il progetto definitivo presentato da SAT per la tratta da Civitavecchia a Tarquinia prevede un tracciato che non fa altro che allargare l’Aurelia e senza alcuna viabilità complanare ma semplici ricuciture, dove necessarie, delle strade locali. È quanto chiediamo da anni e oggi, che diventa necessario ridurre i costi dell’opera, finalmente è venuta fuori una soluzione di buonsenso. Ora occorre continuare nello stesso modo anche per la restante parte del tracciato e in particolare per quella nella Maremma grossetana”.
Legambiente ha voluto fare una vera e propria operazione di trasparenza e di informazione dei cittadini presentando il progetto definitivo per la parte laziale e lo stato della discussione per la parte Toscana. L’appuntamento si è infatti aperto con la descrizione della soluzione per i circa 15 chilometri di tracciato che attualmente sono in fase di procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, nei quali è prevista “la sovrapposizione dell’Autostrada sulla sede dell’SS1 Aurelia” come si può leggere dalle carte. In pratica l’intervento consiste in un allargamento dell’attuale piattaforma con adeguamento, solo dove necessario, dei raggi di curvatura e delle pendenze. Molto diversa era la soluzione prevista invece nel progetto preliminare presentato nel 2005 laddove l’autostrada viaggiava completamente separata dall’Aurelia, prima in affiancamento alla ferrovia e poi, dopo aver scavalcato la Strada Statale, in variante nella zona interna.
“Come abbiamo dimostrato con uno studio dell’impatto del progetto preliminare”, ha spiegato Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, “l’autostrada che è prevista in variante rispetto all’Aurelia avrebbe un impatto devastante sulle sorti di decine di aziende biologiche, come Fontenuova, La Selva, San Benedetto e sul Parco della Maremma. Si metterebbero a rischio 600 ettari di terreno coltivati a biologico e si perderebbero centinaia di posti di lavoro. Abbiamo apprezzato l’impegno da parte della Provincia di Grosseto a salvaguardare questo patrimonio agricolo e paesaggistico, ora occorre trovare una risposta che guardi a quanto si sta facendo per la parte laziale dove si è riusciti a coniugare risposte infrastrutturali e di tutela del territorio”.
Lo studio ha infatti fatto emergere come le soluzioni prospettate nel Parco e nei pressi dell’antica fattoria padronale di Collecchio, a Fonteblanda come a Talamone o nei rilevi dietro Orbetello, dove il tracciato taglia completamente un paesaggio integro di straordinaria bellezza sarebbe devastante per la stessa sopravvivenza delle colture e sicuramente mortale per quelle biologiche (qui fortissime) che non potrebbero continuare visto il divieto in caso di presenza di autostrade da parte dei disciplinari. Nel corso dell’appuntamento si sono approfondite le soluzioni previste nella tratta laziale per due degli aspetti di maggiore dibattito, anche in Maremma, rispetto all’Autostrada. La prima riguarda il ruolo della viabilità complanare. Perché nel progetto preliminare del 2005 si prevedevano per tutto il tratto da Grosseto a Civitavecchia due tracciati: la nuova autostrada a pedaggio e l’Aurelia gratuita. Ora invece nel progetto definitivo tra Tarquinia e Civitavecchia (ma sarà così anche nella parte a Nord) si prevede che vi sarà una sola infrastruttura di collegamento nazionale (l’autostrada sopra l’Aurelia), mentre limitati interventi di ricucitura della viabilità locale sono previsti solo nei tratti dove vi è una vera necessità. La seconda riguarda il sistema di pedaggiamento proposto, anche perché sarà lo stesso che si troverà su tutta l’autostrada fino a Rosignano. In pratica sono previste barriere ogni 40/50 chilometri mentre per gli svincoli si introducono sistemi più flessibili di esazione del tipo “free-flow multilane”, ossia senza caselli e barriere. In pratica i percorsi di lunga distanza sono soggetti al pedaggiamento mentre i residenti avranno una gratuità entro un certo numero di chilometri di spostamento lungo l’autostrada.
“Sono soluzioni che permettono di limitare i costi e l’impatto dell’autostrada”, ha aggiunto Edoardo Zanchini, “e di trovare consenso nei territori. Le avevamo proposte in passato ma ci era stato risposto, sia da parte della Regione Toscana che da parte del ministro Matteoli, che erano tecnicamente impossibili e di maggiore impatto rispetto a una soluzione fuori sede. La necessità di ridurre i costi dell’opera sta finalmente portando il confronto su un piano di buonsenso e a soluzioni che sono anche migliori di quelle previste dal Progetto Anas del 2000”.
A confermare del resto i vantaggi di una soluzione di allargamento dell’Aurelia è lo stesso Studio di Impatto Ambientale consegnato da Sat, laddove si legge che “L’intervento proposto annulla la maggior parte delle problematiche ambientali connesse al progetto precedente del 2005. In questo modo si riesce a mitigare in gran parte il consumo del territorio circostante, caratterizzato da presenze agricole ed emergenze archeologiche-ambientali rilevanti”. Per Legambiente ora è importante che si continui con soluzioni analoghe anche verso Nord, tra Tarquinia e Capalbio, e che si avvii una discussione nella tratta più delicata, quella tra Orbetello e Magliano dove il tracciato presenta gli impatti più rilevanti. “Vigileremo perché non siano ragioni legate a interessi immobiliari a definire la soluzione nel Comune di Orbetello. Dove alcune opposizioni rispetto a una soluzione in sovrapposizione o vicino all’attuale tracciato dell’Aurelia appaiono legate a appetiti speculativi più che a giuste ragioni di arrivare a soluzioni fattibili e di basso impatto ambientale” hanno concluso i rappresentanti di Legambiente.
Qui si può vedere il video che simula il percorso autostradale http://mmedia.kataweb.it/video/22129726/autostrada-livorno-civitavecchia-uno-sguardo-sul-futuro